Gli appassionati di blockchain e di Bitcoin conoscono molto bene l’impegno di Tesla nel comparto, con il CEO Elon Musk che è investitore in BTC e in altre criptovalute come Dogecoin. Oltre però all’interesse finanziario diretto, Tesla ha deciso di utilizzare tecnologie blockchain anche per qualcosa di immediatamente concreto nel mondo della produzione delle sue auto.
Il gruppo ha infatti creato un consorzio con la Repubblica Democratica del Congo, il gruppo cinese Molybdenum e Glencore per l’utilizzo di una blockchain che renda sempre immediatamente tracciabile il cobalto che viene utilizzato nella produzione delle batterie.
Un sistema che dovrebbe ricordare molto da vicino quanto abbiamo visto ad esempio con VeChain – che possiamo trovare su Capital.com (qui per aprire un conto demo gratuito e illimitato) – un progetto che è stato anche utilizzato ache per la tracciabilità di questo tipo di materiali. Progetto unico nel suo genere sul quale potremo puntare con l’intermediario che abbiamo già citato – che offre anche MetaTrader 4 e TradingView oltre al suo esclusivo sistema di intelligenza artificiale. Bastano soli 20 euro per iniziare a fare trading con capitale reale.
Il cobalto è una delle componenti fondamentali dei nuovi sistemi di batterie, come quelli che vengono utilizzati da Tesla. Ed è particolarmente preoccupante perché non viene sempre estratto con rispetto per i lavoratori coinvolti, né tanto meno per i territori nei quali si trovano le miniere. Tesla, ricorrendo ad una blockchain in stile VeChain punta a creare un sistema trasparente, con un registro aperto e globale, che servirà a tracciare per ogni batteria il cobalto contenuto, arrivando fino alla fonte originale. Qualcosa che costituirebbe un grandissimo passo avanti per il comparto, che è stato più volte accusato (a nostro avviso correttamente) di scarsa trasparenza.
Una mossa importante, quella di Tesla, che da azienda leader del settore era stata quella che aveva maggiormente patito l’aumento delle attenzioni su questa particolarissima industria.
Tramite questo sistema l’utente finale potrà tracciare il cobalto dalla miniera fino alla batteria, con la sicurezza di avere a disposizione anche dati sugli sforzi per la sostenibilità del comparto.
Tutto sarà in collegamento anche con Re|Source, che offre soluzioni basate su blockchain proprio per il settore energetico ed estrattivo e che vede nelle società partner, oltre che a Tesla, anche il Cobalt Institute, ERG, la stessa Glencore, Umicore, CMOC e Nornickel. Un programma in forte espansione e che potrebbe davvero rivoluzionare per sempre il futuro del mondo delle batterie, delle aziende estrattive e la tracciabilità dell’impatto di queste nuove tecnologie sull’ambiente.
Anche se i settori caldi di adesso sono maggiormente finanza decentralizzata e NFT, quello della tracciabilità sarà uno dei business più interessanti a girare su blockchain. Come abbiamo detto in apertura, VeChain sarà probabilmente uno dei gruppi con maggiore trazione nel settore, con soluzioni custom come quella di Re|Source a fare da corredo, anche con collaborazioni importanti come quelle con Tesla.
Un comparto fortemente in sviluppo, che ci porta ad essere molto confidenti per il futuro sui progetti che hanno già trazione. Per questo nelle nostre previsioni VeChain siamo fortemente rialzisti. E continueremo ad esserlo anche in virtù di progetti che non sono direttamente collegati al leader del comparto.
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