Anche Cuba sale sul treno delle criptovalute, emulando un paese vicino, ma diverso nei fondamentali e nel corso politico come El Salvador. Sull’isola si stanno facendo i primi passi per un riconoscimento delle criptovalute come strumento di pagamento, secondo quanto riportato da Associated Press.
Una mossa a sorpresa, che prevederà delle nuove regole fissate dalla Banca Centrale e che istituirà un sistema di licenze per gli intermediari e gli exchange che vorranno operare a Cuba.
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Non è ancora chiaro – anche se non è difficilissimo ricostruire quello che potrebbe essere il nuovo atteggiamento di Cuba verso Bitcoin e verso le criptovalute in generale. Nonostante si tratti di un paese da sempre estremamente regolamentato in ogni aspetto della vita economica, il governo di Cuba potrebbe sfruttare le criptovalute anche per aggirare diverse restrizioni che ha all’accesso di capitali, per grandi o piccoli che siano, che si arrivano dal di fuori della sua giurisdizione.
Una mossa che, sempre secondo quanto pubblicata dal governo cubano, è stata intrapresa per motivi di carattere socio-economico – con lo Stato che farà da garante di ultima istanza, non direttamente ma utilizzando un complesso sistema di licenze per gli intermediari. Un controllo che si eserciterà – anche questo emerge a quanto diffuso tramite la Gazzetta Ufficiale – pure su potenziali utilizzi illeciti delle criptovalute.
Almeno secondo quanto raccontato da Erich Garcia, che è uno dei principali esperti di criptovalute a Cuba. I cubani, massacrati da una valuta locale di valore ballerino e da restrizioni economiche importanti, avrebbero trovato una buona alternativa nell’utilizzo di criptovalute per i loro acquisti di tutti i giorni, anche se non sarebbe ancora chiaro il volume di queste transazioni. Tutto questo in un’isola che sta vivendo uno dei momenti più complicati della sua storia, con diverse proteste su scala locale che sarebbero legate anche alle condizioni economiche difficilissime per la popolazione.
In realtà non è facile da comprendere. Sembrerebbe impossibile, almeno per il momento, una mossa in stile El Salvador, in un paese a doppia valuta e con un pervasivo e stringente controllo sull’economia finanziaria, monetaria e reale. Tuttavia l’arrivo delle criptovalute in un framework di normazione chiara e trasparente potrebbe rendere comunque molto popolari, anche in alternativa, le criptovalute.
Si pensa a Bitcoin, ma anche a diversi altri protocolli magari più adatti per i micropagmenti, come ad esempio Dash. Tutto starà nella tipologia di normazione che Cuba sceglierà e anche nella facilità di accesso per i cittadini cubani agli exchange e agli intermediari che offriranno il cambio tra valuta locale e criptovalute.
Continua in Centro e Sud America l’enorme interesse per il mondo delle criptovalute, anche se in contesti profondamente diversi. Nayib Bukele, il presidente di El Salvador, è forse quanto di più lontano si può avere dal gruppo che ha il saldo controllo di Cuba, anche se i due paesi potrebbero trovare un terreno comune proprio nell’apertura, anche se su diversi livelli, al mondo delle criptovalute.
Un’ottima notizia per tutto il comparto – a partire da BTC ma per finire anche su progetti altcoin meno rilevanti – che segnalano come l’effetto a cascata sia ormai iniziato e sebbene da piccoli paesi, le criptovalute potrebbero iniziare a muoversi anche nel campo minato del riconoscimento da parte degli stati.
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A Cuba non c’è cibo non ci sono medicine e ci sono tantissimi positivi Covid e morti
Ma il governo pensa alle criptovalute…
Da qui si capisce quanto alla Finanza interessi la vita reale … e questo presto accadrà in tutto il Mondo
Quando non ci sarà più grano mangeremo bitcoin?
assolutamente d accordo con te per questo devono iniziare ad aiutare davvero la gente dando in tutto il mondo un redito fisso a tutti che sia in fiat o in btc basta che inizano ad aiutare seriamente