Coincheck, uno dei più noti exchange giapponesi operanti nel comparto delle criptovalute, ha affermato di aver perso oltre 400 milioni di dollari in token criptovalutari, in seguito di un presunto attacco hacker ai propri servizi.
Nella serata di venerdì, dopo diversi rumor diffusi nelle ore precedenti sul web, Coincheck è infatti stata costretta ad ammettere che circa 500 milioni di token di NEM, per un valore di 400 milioni di dollari al momento della vicenda, sono andati in fumo, trasferiti verso un altro account. NEM, la decima più grande criptovaluta al mondo per capitalizzazione, si basa su una piattaforma blockchain che è principalmente destinata a permettere pagamenti e altri servizi finanziari su rete, ma che è frequentemente utilizzata anche per fini speculativi, come asset sottostante contratti finanziari derivati.
Con una simile entità, l’attacco hacker a Coincheck ha prodotto dei danni maggiori rispetto a quelli che nel 2014 furono provocati a Gox. Tuttavia, ciò non significa che gli impatti di quanto avvenuto siano gravi come quelli di qualche anno fa, visto e considerato che in proporzione oggi la cifra sottratta è inferiore rispetto sia al numero di criptovalute che al loro complessivo valore di capitalizzazione.
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Chiaramente, ciò non significa che quanto avvenuto non debba essere sottovalutato. Anzi, è possibile cogliere l’opportunità di questo incidente per poter fissare un altro “promemoria” di quanto sia elevato il rischio di lasciare dei token all’interno di un exchange piuttosto che optare per una possibilità più sicura come quella di un wallet personale, o di un portafoglio su hardware.
Per il momento, Coincheck ha affermato di non essere a conoscenza di come il suo servizio sia stato effettivamente compromesso, e di stare considerando di risarcire gli utenti che sono stati colpiti da questo grave fatto.
Ricordiamo che il Giappone è stato il primo Paese al mondo a concedere licenze per gli exchange crittografici, con le prime 11 licenze che sono state distribuite nello scorso mese di settembre. Coincheck aveva richiesto una licenza, ma al momento è ancora in attesa di una decisione e non è ancora chiaro se questo episodio possa rendere più complesso il suo ottenimento.
Ad essere preoccupato di quanto accaduto anche il presidente della Fondazione NEM, Lon Wong, che ha assicurato alla stampa che la propria organizzazione sta facendo “tutto il possibile per aiutare” Coincheck nella risoluzione di questo pregiudizio. Purtroppo però, almeno per il momento, è proprio NEM a subire le peggiori conseguenze, visto e considerato che la criptovaluta ha perso circa 20 centesimi di dollaro del suo valore (da 1,01 dollari a 0,83 dollari) nelle ore successive all’annuncio.
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