Tutti sapevamo che il London Upgrade avrebbe portato ad un burn costante di token ETH. In pochi però, noi compresi, avrebbero potuto immaginare una corsa di questo tipo.
Sono stati infatti bruciati Ethereum per un controvalore totale superiore al miliardo di dollari, una somma impressionante, senza tenere conto anche della recente correzione di prezzo dalla quale è stato colpito questo ecosistema.
Una somma importante di ETH che non sono più in circolazione, con il burn che continuerà a fare il suo lavoro e dunque a rendere sempre più scarsa sul mercato questa criptovaluta. Segnale bullish? Assolutamente sì.
Come sfruttare il burn – I Segnali:
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Con il London Upgrade è stato introdotto un burn automatico di parte delle commissioni che vengono utilizzate per l’iscrizione delle transazioni all’interno del network di Ethereum.
Si tratta di un meccanismo che rende tecnicamente indisponibile una porzione variabile di ETH – e che dunque li sottrae alla total supply – e quindi alla quantità di ETH circolanti (e disponibili anche per il mercato).
Non si può però ancora parlare pienamente di tokenomics deflattiva per Ethereum, perché dall’introduzione del London Upgrade sono stati comunque creati ETH come ricompensa per i miner, in un rapporto che ad oggi è di 2:1 circa. Un brutto segnale? Niente affatto, perché in assenza di London Upgrade i miner avrebbero messo in tasca ancora di più – e la massa monetaria in Ethereum sarebbe stata ancora maggiore.
Quasi 300.000, che al prezzo attuale vogliono dire una cifra superiore al miliardo di dollari. Nello stesso periodo sono stati creati circa 550.000 ETH, per un rapporto che però si fa sempre più ridotto.
Calcolatrice alla mano possiamo dire che c’è stata una riduzione di circa il 53% del nuovo circolante che sarebbe stato altrimenti immesso all’interno del circuito. Con un effetto potenzialmente importante sul futuro di ETH in termini di prezzo.
Bitcoin ha incontrato la sua golden cross e sta spingendo in alto anche le quotazioni di Ethereum, che nel momento in cui scriviamo sta battendosi intorno a quota 3.500$, dopo aver riconquistato proprio in mattinata i 3.400$. Un momento d’oro per tutto il comparto, che sembra essere finalmente pronto a recuperare i livelli che erano stati conquistati soltanto poco più di una settimana fa – sopra i 4.000$ per Ethereum e sopra i 50.000$ per Bitcoin.
Dipenderà comunque anche dalla forza del comparto che anima la Finanza Decentralizzata e da quanto riuscirà ancora a tirare il settore dei token non fungibili, che si sono confermati anima profonda di Ethereum e possibile motore per il superamento del prossimo massimo storico.
Il prossimo appuntamento è con i primi 300.000 Ethereum distrutti – al quale mancano appunto poco meno di 2.000 token. A questo ritmo non dovrebbero mancare che massimo un paio di giorni.
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