C’è maretta tra i grandi gruppi bancari contro Basilea– per le regole che renderebbero il loro coinvolgimento nelle criptovalute pressoché impossibile. Regole che ora i più grandi gruppi bancari del mondo stanno cercando di rispedire al mittente – con una lettera dai toni molto duri verso le norme che entrerebbero in vigore dal prossimo giugno.
Pena, affermano loro (e ci trovano d’accordo) – il rendere impossibile per tutto il comparto operare nel settore delle criptovalute – con detrimento anche per chi, come i legislatori e i governanti – sta spingendo per una normalizzazione del comparto.
Una guerra che vede oggi sviluppare la sua prima battaglia – con la lobby bancaria che, quando è così compatta, riesce in genere a strappare modifiche e miglioramento delle condizioni. Una notizia che riteniamo essere bullish per il comparto delle criptovalute.
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Banche che sono, nei continenti di appartenenza, ma anche su scala globale, due dei gruppi più importanti. Banche che hanno un certo potere di lobby e che hanno deciso di fronteggiare a viso aperto le assurde regole di Basilea, che per ogni dollaro in cripto detenuto a bilancio dovranno accantonare una somma identica in fiat currency, ovvero dollari o euro.
Una misura anti-rischio ma, secondo la lettera inviata ieri da GFMA (consorzio che raccoglie tutte le principali banche del mondo), la parola fine sulla possibilità che le banche partecipino attivamente o passivamente al mondo delle criptovalute, a partire da Bitcoin per finire invece su prodotti meno comuni come asset di investimento, come possono essere Ethereum o anche le criptovalute del settore DeFi.
Troviamo che le proposte siano eccessivamente conservative e semplicistiche – cosa che renderà nei fatti impossibile il coinvolgimento delle banche nel mercato delle criptovalute.
Questo è quanto scritto, nero su bianco, la già citata lettera di GFMA, dai toni particolarmente duri e inviata appunto al Comitato di Basilea che opera come supervisore dell’intero sistema bancario mondiale – al fine di evitare rischi sistemici – come quelli che hanno portato alla crisi del 2008.
L’attacco delle banche alle norme proposte da Basilea e che entrerebbero in vigore il prossimo giugno ha diverse chiavi di lettura. È indubbio che l’impianto che è stato proposto dal Supervisore sia eccessivamente restrittivo – e nato, pare, più per limitare le opportunità che per garantire solidità al sistema.
Ce n’è però un’altra: le banche principali su scala mondiale hanno tutto l’interesse ad entrare attivamente nel mercato delle criptovalute. E questo è un riconoscimento enorme per il comparto – perché si tratterebbe, sempre da parte delle banche, di un livello di impegno estremamente diverso. Un livello di impegno che prevederebbe l’apertura di questo tipo di categoria di investimento anche ai piccoli clienti retail, facendo potenzialmente da vettore ad un’ulteriore esplosione del settore. Le banche hanno finalmente accettato la portata rivoluzionaria del comparto – e non vogliono perdersi una fetta di questa enorme torta.
Buona parte degli argomenti – che troviamo molto ragionevoli – della lettera dipendono da una visione radicalmente rinnovata delle banche per quanto concerne il settore della Finanza Decentralizzata.
La tecnologia distribuita su ledger consente di avere servizi finanziari più rapidamente, a costi più bassi e in modo più sicuro. Questo è vero per i pagamenti, per il mercato del credito, per il trading di asset e per altre attività tipiche dei mercati di capitale. Questa efficienza porterebbe benefici tangibili per l’economia reale. Ed è cruciale che queste innovazioni possano essere introdotte da soggetti entro il perimetro della regolamentazione.
Con un occhio anche alla domanda, che è poi parte del nucleo della rivoluzione targata cripto:
C’è una domanda importante di prodotti e servizi collegati ai cripto-asset dai clienti. Un framework prudente dovrebbe comunque evitare di escludere le banche dalla possibilità di soddisfare tale domanda.
Le banche, in soldoni, non ci stanno. E dopo essersi arrese alla blockchain e al mondo della DeFi sono pronte a dare battaglia contro Basilea e contro chi vorrebbe normare in modo eccessivamente conservativo.
Una notizia estremamente bullish per il mercato delle criptovalute – che in parte dipenderà dalla possibilità di GFMA di esercitare poteri di lobby tanto su Basilea, quanto sui legislatori nazionali.
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