Il mese di febbraio si è aperto con una prestazione di calo per la maggioranza delle criptovalute. Tante, d’altronde, sono state le notizie che hanno condizionato il mercato, influenzando un impatto negativo sui prezzi nella maggior parte delle valute virtuali più importanti, inclusi bitcoin, ethereum e ripple.
Tra gli eventi dell’ultima quindicina di giorni, non mancano quelli di maggiore rilievo, pronti a “giustificare” nuove volatilità nel comparto. Si pensi alle ripercussioni dal World Economic Forum di Davos, in Svizzera, dove i governi di mezzo mondo hanno messo in discussione il futuro delle criptovalute e il loro rapporto con le “valute tradizionali“, anticipando la possibilità di avviare nuovi piani che possano contenere l’uso indiscriminato di questi assest.
Inoltre, il crescente sospetto che il popolare exchange Bitfinex possa aver sostenuto il prezzo della principale valuta digitale, influenzandone oltre modo le quotazioni, ha finito con l’insediarsi in maniera persistente nelle menti di tanti investitori.
Alla luce di quanto sopra (e non solo), bitcoin ha registrato la sua più importante prestazione negativa settimanale da 4 anni a questa parte. L’ultima volta che i prezzi dei bitcoin sono scesi di questa percentuale nell’arco di 7 giorni risaliva infatti al mese di dicembre del 2013: la criptovaluta è così scesa a un minimo di meno di 8.000 dollari all’inizio del venerdì mattina, prima di riprendersi leggermente. Nondimeno, è sceso di oltre la metà del suo prezzo rispetto a poche settimane fa, quando fu in grado di raggiungere quasi 20.000 dollari per moneta.
In aggiunta a ciò, è facile notare come, sebbene le criptovalute principali si muovano spesso in maniera oramai indipendente l’una dall’altra, la scorsa settimana tale tendenza non sia affatto avvenuta. Le principali valute digitali oltre bitcoin, come Ethereum e Ripple, sono infatti calate per tutta la settimana prima di compiere leggeri recuperi nel venerdì pomeriggio.
Nel dettaglio, Ripple è sceso sotto 1 dollaro per moneta per la prima volta da quando ha raggiunto prezzi record di quasi 3 dollari, mentre Ethereum ha speso gran parte del venerdì ben al di sotto della soglia di 1.000 dollari, e occasionalmente anche sotto 900 dollari.
Insomma, la scorsa è stata una settimana difficile per le criptovalute e, in esse, per il cluster che è composto dalle prime 20 valute digitali per capitalizzazione. In tale recinto, solamente Tether è riuscita a distinguersi ma… il fatto che su questo progetto stiano aleggiando voci di interventi da parte delle autorità governative potrebbe mettere fine a questo momento positivo.
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