Dubai punta a diventare l’hub mondiale del trading di criptovalute – e sta compiendo i primi passi in questa direzione. La UAE Securities and Commodities Authority, l’omologa di CONSOB negli Emirati Arabi Uniti ha infatti stretto un accordo con la Dubai World Trade Centre Authorithy.
Un accordo che permetterà nella free zone della DWTCA, di avviare sistemi, business e intermediazione per il trading di criptovalute, secondo quanto è stato riportato da WAM, l’agenzia stampa direttamente controllata dall’Emirato.
Una notizia importantissima per il mondo delle criptovalute – che potrebbe giovarsi dell’interesse di un luogo finanziariamente rilevante come Dubai. Chi vuole fare news trading può operare con la piattaforma eToro (qui per ottenere un conto demo gratuito e illimitato), che offre 30+ cripto di primissima fascia – che possiamo trovare anche nei CopyPortfolios offerti dallo stesso intermediario.
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Cosa significa questa partnership?
Non sono stati ancora diffusi i dettagli dell’accordo, anche se il terminale di Bloomberg ha già pubblicato delle notizie integrative a riguardo. Dubai punta a diventare uno degli hub principali al mondo per il trading di criptovalute – aprendo con questa prima collaborazione alla creazione di un network di servizi, che potrebbe interessare non soltanto gli investitori istituzionali, ma anche i privati.
Bitcoin al centro, ma non solo – perché i termini dell’accordo parlano chiaramente della possibilità di creare quanto necessario per un hub di investimenti transnazionale, con gli Emirati che vorrebbero capitalizzare – questo il sotto-tema – l’estrema incertezza che ancora abbiamo negli Stati Uniti. Una situazione nella quale si sono inserite le recenti parole di Gary Gensler, che ha lanciato la sua sfida a tutto il mondo cripto, lasciando intendere che almeno dalle parti di Washington gli amanti delle criptovalute avranno vita dura.
Cosa può voler dire la nascita di un polo cripto a Dubai?
A prescindere da quanto suggestiva sia la location, c’è molto di più di interessante per il mondo cripto in quel di Dubai. Parliamo di un emirato che ha tasse bassissime anche sui gain finanziari e che potrebbe pertanto attirare non solo aziende che operano nel settore cripto, ma anche investitori di grandi proporzioni, lanciando in questo caso la sfida a diversi paesi emergenti che stanno cercando di muoversi lungo lo stesso binario.
Uno scenario che potrebbe includere anche i protocolli e le DAO DeFi più importanti – anche queste nel mirino di SEC negli Stati Uniti. Una situazione di maggiore libertà per il mondo cripto – con il rischio concreto che USA e Europa giochino un ruolo decisamente secondario in quella che è, a tutti gli effetti, la prossima rivoluzione finanziaria.
Non è chiaro se questa apertura di Dubai sarà inserita anche in un programma teso ad attirare sviluppatori del settore blockchain – cosa che renderebbe Dubai non soltanto più un’economia basata sul petrolio, ma in grado di competere anche sul lato servizi di ultima generazione. La sfida è partita – anche se il dubbio che abbiamo è che le economie storicamente più sviluppate non abbiano alcuna intenzione di raccoglierla.
El Salvador e i suoi 750 BTC sono una cosa… per quanto bella… Dubai e i suoi dollari un’altra. Non saranno equiparati alle fiat, per carità, ma qui si sta entrando dove girano i soldi veri!
Stai a vedere che non serve più aspettare Amazon o gli ETF approvati in America, la miccia l’ha accesa qualcun altro 😀
Buongiorno,
Concordo con l’inserimento di Dubai si apriranno scenari economici travolgenti.