Alcuni addetti ai lavori sostengono che Tether sia stata artificiosamente utilizzata per sostenere il prezzo del Bitcoin. Apparentemente nata per essere una safecoin, con quotazioni legate al dollaro statunitense e, dunque, meno volatili, in realtà gli esperti si interrogano sulle reali motivazioni di questo progetto, temendo che il suo possibile collasso (c’è chi addirittura ci scommette sopra) potrebbe avere un effetto “devastante” sul più ampio mercato delle criptovalute. Ma sarà così?
Gli analisti sono oramai concordi nel ritenere che una delle ragioni delle brutte prestazioni delle criptovalute nella scorsa settimana sia legata alle accuse che si stanno abbattendo su Tether, “utilizzata” per sostenere il mercato dei bitcoin. Ma cos’è Tether? E da dove vengono queste accuse, prontamente respinte dalla società?
Cos’è Tether?
Tether – di cui abbiamo parlato più volte nelle ultime settimane – è una criptovaluta che i suoi ideatori affermano essere “ancorata” al dollaro statunitense. L’idea era insomma quella di dare a Tether una maggiore stabilità nei prezzi rispetto a quanto avviene con la maggior parte delle monete digitali, che hanno enormi oscillazioni dei propri valori.
Inventata nel 2015, a livello teorico dovrebbe fornire un controvalore di 1 dollaro per token. Attualmente, secondo i dati di Coinmarketcap.com, ci sono 2,2 miliardi di tether in circolazione.
Chi ha creato Tether?
Le valute digitali ribattezzate Tether vengono emesse da una società denominata Tether Limited, regolata dalle leggi delle Isole Vergini britanniche.
Perché Tether è importante per i bitcoin?
Molte persone che acquistano criptovalute in exchange come Bitfinex, usano le altcoin come Tether per poter acquistare criptovalute come Bitcoin.
Tether Limited nelle sue dichiarazioni sostiene che l’utilizzo di questo metodo per acquistare valute virtuali consente agli utenti di spostarsi all’interno e all’esterno delle posizioni criptovalutarie in modo più rapido ed economico.
Allora, dove sta il problema?
Molti utenti hanno sollevato preoccupazioni sul fatto che Bitfinex abbia forti legami con Tether, e che in realtà non dovrebbe esserci un conflitto di interessi così netto. Tuttavia, i problemi sembrano essere ben più profondi e radicati. Più volte è infatti stato sollevato il timore che Tether Limited non abbia in realtà abbastanza dollari statunitensi per sostenere tutte le monete digitali in circolazione.
All’inizio di questa settimana, Bloomberg ha riferito che le authority statunitense avrebbero citato in giudizio sia Bitfinex che Tether. La fonte di tale rumor è però anonima e, per il momento, non è stata confermata.
In aggiunta a ciò, si noti come Tether stia continuando a lanciare nuove monete sul mercato. A gennaio, sono stati rilasciati 850 milioni di nuovi token digitali, con un’azione simile a quanto fatto negli ultimi mesi, quando la compagnia ha scelto di incrementare il numero di monete in circolazione proprio in prossimità dei massimi storici dei prezzi delle criptovalute, facendo ritenere ad alcuni critici che ci fosse una manipolazione dei prezzi in corso proprio attraverso Tether.
Come si difende Tether Limited?
I media americani hanno più volte contattato Tether Limited per poter ottenere dei riscontri, ma per il momento ne hanno ricavato solo generiche rassicurazioni.
È recente tuttavia l’annuncio della rottura dei rapporti tra Tether e Friedman LLP, la società di revisione che stava effettuando l’auditing.
Cosa succederà ora?
Gli scenari più pessimistici dicono che Tether sia stata responsabile di una buona parte del rialzo dei prezzi del Bitcoin nel 2017, e che con la sua “implosione” potrebbe dunque essere responsabile anche del suo crollo, in una misura che potrebbe arrivare fino all’80% del picco di dicembre 2017. Considerato che in parte il crollo è già avvenuto (oggi i bitcoin valgono meno della metà del picco), i riflessi dovrebbero dunque essere più contenuti.
Intuibilmente, quanto sopra è solo un’ipotesi critica legata allo scenario peggiore. C’è in realtà chi sostiene che non vi siano rapporti stretti tra Tether e altre criptovalute, e che dunque eventuali crisi del progetto della società non trascinerà al ribasso le altre principali valute virtuali.