Le discussioni che riguardano l’impatto ambientale di Bitcoin si arricchiscono di un altro capitolo. Secondo quanto riportato dal The Wall Street Journal, diversi miner professionali starebbero stringendo accordi con centrali nucleari negli USA.
L’obiettivo sarebbe quello di trovare energia a basso costo con il quale operare le mining rig, con l’occasione aggiuntiva di sostenere dei business che sarebbero in difficoltà a causa degli alti costi operativi rispetto alla media americana.
Una situazione forse impensabile in Italia e più in generale in Europa – dove l’energia nucleare è ancora al centro di aspre discussioni politiche. Ma che è un buon segnale in generale per Bitcoin e per la sua capacità di adattarsi ad un mondo in costante cambiamento. Mondo in costante cambiamento che riguarda non solo la quantità, ma anche la qualità dei consumi energetici di Bitcoin, con il nucleare che potrebbe diventare, almeno negli States, una papabile alternativa.
Ci sono criptovalute green per design e ci sono criptovalute che fanno dell’elevato consumo energetico una delle loro caratteristiche principali, come appunto Bitcoin. Il protocollo di validazione PoW, che è utilizzato (ancora per poco) anche da Ethereum rende il network sicuro ricorrendo a calcoli molto complessi, che richiedono una quantità di energia decisamente importante. Quantità di energia che, almeno quando una parte rilevante del mining era in Cina, voleva dire anche emissioni non sempre sostenibili.
Un problema per il quale è nato anche il Bitcoin Mining Council, che vede al suo interno tutti o quasi gli operatori americani professionali del settore del mining, che stanno cercando di imporre degli standard per i report – nonché un passaggio graduale verso fonti rinnovabili o comunque a più basso impatto.
Il comparto sta guardando con crescente interesse al mondo delle rinnovabili, con oltre il 50% dell’energia attualmente utilizzata negli USA che verrebbe generata proprio tramite queste fonti. Non abbastanza per Elon Musk affinché torni ad accettare Bitcoin per le sue Tesla, ma segno comunque di un impegno più che concreto per una svolta green nel mondo di BTC.
Tutto questo mentre, lo ricordiamo ai nostri lettori, c’è molto che si sta organizzando a El Salvador tramite centrali geotermiche, con il paese che avrebbe a disposizione grandi quantità di energia da mettere a disposizione, a bassissimo costo, proprio ai miner di Bitcoin. Stessa cosa, però sul fronte idroelettrico, nel Laos – del quale abbiamo avuto modo di parlare qualche giorno fa.
La situazione sembrerebbe pertanto essere in via di miglioramento – una risposta efficace ad una delle superfici di attacco più comuni da parte dei detrattori di Bitcoin.
Comunque la si pensi sul riscaldamento globale e sulla necessità di ridurre le emissioni, questa duttilità energetica del mining di Bitcoin deve essere interpretata come ennesimo segnale bullish per una criptovaluta che ha sempre risposto con i fatti alle critiche, anche quando sconclusionate.
Una duttilità che sarà necessaria anche per fare fronte ai costanti attacchi che arrivano da certi schieramenti politici, anche a Washington. Proprio durante la settimana che vedrà un voto importante sulle future regolamentazioni di Bitcoin e dell’intero comparto cripto.
Via un altro dem da SEC. Ma sono questioni personali e gravi. Ecco cosa…
Tutti temono il crack Ethereum. Ma in realtà l'interesse - dei grandi investitori -…
Un grande risultato per XRP, che viene spinta dalle dimissioni di Gary Gensler. Che…
Consob lancia l'allarme: non chiedetegli soldi se il vostro investimento in Bitcoin dovesse andare…
Via un altro dem da SEC. Ma sono questioni personali e gravi. Ecco cosa…
Ripple vola del 30% dopo le dimissioni di Gary Gensler, raggiungendo 1,50 USD. Resistenze…
La situazione aggiornata del nostro crypto portafoglio. Questa guida è stata realizzata nel 2021…
Tutti temono il crack Ethereum. Ma in realtà l'interesse - dei grandi investitori -…
Polkadot registra un rialzo del 53% a novembre, ma resta in uno scenario bearish…