Negli ultimi giorni il governo italiano (tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha cercato feedback relativamente alla regolamentazione delle criptovalute attraverso una proposta di legge volta a chiarire l’uso di questa tecnologia all’interno del paese.
Tramite un comunicato stampa il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha cercato di riassumere il senso di una recente bozza di decreto, spiegando come qualsiasi impresa prestatrice di servizi che accetti criptovalute come pagamento dovrebbero riportare i loro affari e guadagni al governo, spiegando allo stesso tempo come il governo stesso gestirà al meglio tali informazioni.
Scorrendo con attenzione il decreto completo (di cui avete link qua sopra) viene inoltre chiarito come le criptovalute (o valute digitali) vengano considerate “la rappresentazione digitale di valore, non emessa da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente” per il legislatore.
Durante un’intervista Roberto Ciciani, direttore della Direzione Generale competente in materia di prevenzione dei reati finanziari, ha dichiarato: “per quanto concerne le criptovalute, con i relativi rischi di utilizzo per fini illeciti, quali il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, la normativa italiana già prevede che i prestatori di servizi relativi alla valuta virtuale siano annoverati tra i soggetti tenuti all’assolvimento di obblighi di adeguata verifica della clientela e di segnalazione alla Uif (Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia) delle operazioni sospette di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Il censimento e l’avvio del registro consentiranno anche di vigilare meglio sul rispetto delle regole da parte degli operatori e daranno loro certezza sull’esercizio legale della propria attività” sottolineando il sincero interesse delle autorità italiane
Il principale obiettivo del decreto in essere è di far rispettare le nuove norme antiriciclaggio approvate di recente dall’organo legislatore dell’Unione Europea, che ha inoltre suggerito di istituire nuovi regolamenti che permettano di colpire al meglio piaghe nazionali come il finanziamento del terrorismo internazionale e altre attività criminali.
Verrà quindi creato un nuovo database dall’OAM (il portale per agenti e mediatori), per poter registrare tutte le imprese prestatrici di servizi, dando il via ad un censimento che permetterà inoltre (come parte del processo di feedback) al governo di misurare le dimensioni attuali del mercato interno per le criptovalute ed il vero e proprio numero di imprese che lavorano all’interno di questo mercato.
Nel documento viene inoltre sottolineato come le parti interessate in Italia abbiano tempo fino al 16 febbraio per valutare l’argomento, e rispondere con un feedback costruttivo. Le nuove regole saranno quindi implementate prima del luglio 2018; al che i prestatori di servizi avranno 60 giorni di tempo (dal momento d’implementazione del decreto) per completare la registrazione presso l’agenzia.
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