Nella serata di ieri è andato in onda un approfondimento sui token non fungibili, all’interno di uno dei programmi storicamente più seguiti della TV italiana: Striscia la Notizia.
Un servizio a cura dell’inviato Marco Camisani Calzolari che – come nello stile della trasmissione – ha avuto un taglio sensazionalistico e a caccia di uno scoop che, almeno a nostro avviso, non c’era. Il legame che si è cercato di stabilire è quello tra riciclaggio di denaro e criptovalute sporche e NFT, un filone già indagato da diversi analisti specializzati in criptovalute e che – in realtà – non può svolgersi nei termini indicati dalla trasmissione.
Un servizio che ha coinvolto anche Bitcoin – che come è noto non è valuta molto utilizzata sui principali market di NFT. Allo scopo di offrire un’analisi maggiormente chiara – e veritiera – di quanto avviene nel mondo delle criptovalute e dei token non fungibili, abbiamo deciso di dire la nostra e di segnalare le imprecisioni, a nostro avviso, andate in onda nella giornata di ieri.
Partendo da un punto: non è vero che le transazioni di criptovalute non sono verificate. Intermediari come Coinbase (questo è il sito ufficiale) o lo stesso Binance, hanno in realtà l’obbligo di riportare transazioni sospette, nonché di applicare software di analisi per comprendere la provenienza di coin che arrivano da operazioni illecite.
Per chi volesse approfondire meglio cosa sono e come funzionano i NFT (Non Fungible Token), abbiamo realizzato un videocorso introduttivo all’argomento.
In realtà non è stata Striscia la Notizia ad occuparsi per la prima volta di legame tra NFT e riciclaggio di denaro. Tra i primi ad occuparsene – e a dare il via ad un filone più sensazionalistico che reale è stato Isaiah McCall tramite il suo canale Medium, con un esplicativo articolo intitolato, appunto How to Launder Money with NFT, ovvero Come riciclare denaro con i NFT.
Un articolo che – raggiungibile tramite il link che abbiamo fornito – è in realtà molto parco di prove e indica soltanto una possibile procedura per rendere i propri di provenienza illegale legittimi per il fisco. La procedura – ripresa per filo e per segno da Striscia la Notizia – sarebbe la seguente:
Il problema di fondo da risolvere sarebbe il riciclaggio di Bitcoin e di altre criptovalute ottenute illegalmente. Immaginiamo che si tratti di quanto ottenuto tramite ransomware, oppure ancora dalla vendita di stupefacenti online. Il soggetto in questione avrebbe bisogno di muovere grandissime quantità di denaro.
A questo punto il criminale di fantasia che stiamo rappresentando comprerebbe un NFT per poche migliaia di dollari, per rivenderlo poco dopo a prezzi fortemente maggiorati. Questo servirebbe, sempre secondo la strategia delineata da Striscia, per avere un quid di spostamento di denaro legale. Alla domanda delle autorità sulla provenienza dei fondi di cui siamo in possesso, potremmo rispondere di averli ottenuti tramite la vendita di un NFT.
E qui cominciano i primi problemi sulla tenuta dell’impianto di Striscia, che lo ripetiamo è in realtà circolante sul web – in particolare su forum e siti dedicati alle criptovalute – da tempo. Il denaro della transazione dovrebbe essere comunque nella disponibilità del criminale e… pulito. Le transazioni registrate per la vendita del token non fungibile devono comunque essere avvenute. E per riciclare 1 milione di dollari, avremmo comunque bisogno di… un altro milione di dollari. Non esattamente la via più efficiente per ottenere criptovalute pulite. Perché quelle criptovalute sarebbero appunto già nella disponibilità del criminale.
Una storia che, a nostro avviso, fa acqua da tutte le parti – e per quanto si possa far lavorare la fantasia, sembrerebbe un modo particolarmente stupido di muovere fondi illegali, dato che le blockchain sulle quali avvengono questi scambi sono tutte dotate di un ledger pubblico, ovvero di un libro mastro dove sono registrate tutte le operazioni, per sempre. E che sono nella disponibilità delle autorità, anche attraverso complessi sistemi di analytics.
La storia di Striscia ha una durata di circa 4 minuti, troppo pochi per avere una disamina complessiva del fenomeno NFT. E questo è qualcosa che riconosciamo a Striscia e a chi preparato il servizio. Tuttavia gli autori hanno deciso di fare dei riferimenti volutamente o meno poco precisi, che hanno però aumentato a dismisura l’effetto sensazionalistico del servizio.
Una storia che abbiamo coperto anche su Criptovaluta.it e che è stata forse la più importante della breve storia dei token non fungibili. Parliamo di un’asta che è avvenuta da Christie’s, una delle case d’asta più importanti del mondo – e sicuramente in grado di attirare una grande attenzione su di se. Non esattamente quel livello di privacy che un criminale che vorrebbe riciclare somme vicine ai 70 milioni di dollari.
Anche questo ha dell’assurdo, perché in realtà Bitcoin è una criptovaluta molto poco usata nel mondo dei NFT, anche se dovessimo riferirci al mondo dei marketplace che operano esclusivamente con pagamenti in cripto. È vero che Bitcoin è stato talvolta utilizzato per operazioni criminali, ma è relativamente difficile spostarlo su marketplace che spesso hanno un KYC come quello delle banche.
È stato anche fatto l’esempio di una transazione – tra le più famose della storia dei NFT – che ha visto un passaggio di di 1.000 Ethereum importante per un’opera generata da un computer. Parliamo dell’NFT Fidenza #313, generato appunto un algoritmo automatico – e che oggi è tornato sul mercato per un prezzo decisamente più basso – come possiamo verificare su OpenSea. Sospetto? Sì. Ma chi utilizzerebbe un canale che abbiamo ricostruito in pochi secondi per una transazione illegale importante?
Per Ethereum valgono le stesse considerazioni che abbiamo fatto per Bitcoin poco sopra, tenendo però conto di altre due particolarità: il network e l’ecosistema di Ethereum hanno già dimostrato in passato di essere molto poco tolleranti per questo tipo di operazioni e addirittura di essere disposti ad invertire operazioni del genere – come ad esempio avvenne per il casus belli che creò la separazione con Ethereum Classic.
In secondo luogo tale operazione è avvenuta tramite OpenSea, uno dei marketplace di NFT più importanti del mondo – e anche uno di quelli con i più alti volumi di scambio. Il che vuol dire anche uno di quelli con il maggior livello di controllo anche da parte di terze parti. Un canale che, ancora una volta, ci sembra poco adatto a chi vuole compiere operazioni in disguise.
Si è parlato di transazioni esentasse – ma questo, per i casi in cui è vero, lo è anche per il mercato dell’arte fisica, settore che come è noto muove davvero miliardi di euro di proventi illeciti, perché appunto ideale per questo tipo di operazioni (il contante non è tracciato e i denari su conto sono comunque perfettamente fungibili). Se per qualcuno esiste il problema della tassazione di queste transazioni, non si può far finta che non esista anche per il mercato dell’arte classica.
Questo è semplicemente assurdo, perché l’arte non può avere un valore oggettivo. E di questi esempi è piena la storia dell’arte. Marcel Duchamp realizzo degli orinatoi nel primo ‘900 che i contemporanei sicuramente non avrebbero apprezzato. Oggi sono tra i pezzi d’arte più ricercati al mondo. Cosa vogliamo dire con questo? Che attribuire un valore oggettivo all’arte è pura follia. Che dire dei quadri di Fontana o di tanta arte moderna? Il fatto che non si comprenda un movimento non vuol dire che gli debba essere assegnato un valore di zero o poco più.
Anche noi di Criptovaluta.it abbiamo creato NFT e prima di inserirli in un NFT abbiamo avuto necessità di spostarli tra diversi wallet di nostra proprietà. Se avessimo poi realizzato una vendita importante, in molti avrebbero puntato alla transazione come sospetta. Cosa che sarebbe non vera.
E cioè per ogni euro da riciclare avremmo bisogno di un altro euro legittimo. Capirete che anche per dei criminali incalliti avere a disposizione tali quantità di denaro legittimo sarebbe difficile. E che lo si porterebbe allo scoperto attraverso transazioni visibili a tutti.
Ci sono poi due tipi di questioni di carattere tecnico e legale che rendono queste operazioni molto poco convenienti. Ovvero la non fungibilità delle criptovalute tipicamente associate a questi commerci. Gli exchange hanno vita relativamente facile ad individuare, anche dopo milioni di transazioni, un coin che provenga da attività illecite.
E anzi, hanno l’obbligo di fare freeze e contattare le autorità. Per quanto ci riguarda, ad oggi l’ecosistema delle criptovalute è già molto più controllato di quello bancario internazionale. E sarebbe un canale parecchio scarso per chi deve riciclare milioni di dollari ottenuti tramite cripto.
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Ma c'è ancora gente che guarda striscia la notizia? Che pena
Ciao Nicolò certo, sono milioni e milioni gli italiani che ogni sera guardano Striscia la Notizia, e ti dico che criptovaluta.it essendo un sito di news a 360 gradi sul panorama informativo italiano meramente dedicato alle crypto, non poteva di certo non farne analisi.
Buona giornata
quello che ha detto Calzorari offende un intero sistema: le crypto, la De-fi e gli NFT. Evidentemente la futura democrazia dà tanto fastidio a qualcuno. Il bello è che "di solito" dice cose interessanti....strana questa uscita permeata da ignoranza abissale......
BISOGNA REPLICARE E FARE QUALCOSA.
Spero tanto riusciate in qualche modo a scrivere a Striscia per aver modo di replicare, ( loro dicono sempre che sono a disposizione di vuole controbattere).
Una simile serie di cavolate ascoltate da milioni di persone fanno danni!!!!!
Suggerisco di interpellare Giacomo Zucco...che di BTC e blockchain ne sa qualcosa e seppellire Calzolari sotto le sue stupidate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ciao Angelo e grazie per la risposta. Sicuramente Striscia ci conosce bene, e non solo loro. Di certo noi quello che avevamo da dire, mettendoci come sempre la faccia, lo abbiamo fatto subito stamane pubblicamente, pubblicando appunto, questo approfondimento intrinso di disappunto.
Nel servizio del Calzolari si è generalizzato sin troppo, e un ignorante in materia che sino a ieri sera non aveva mai letto di NFT, sono certo che oggi attribuirà la parola stessa a truffe / riciclaggio del denaro. E QUESTO NON POSSIAMO PERMETTERLO.
grazie
Esempio: creo degli nft con immagini random.
Faccio un servizio per una ditta, (da una consulenza ad un servizio o bene di qualsiasi tipo)... Al posto che emettere una regolare fattura con VAT se estero o IVA, emetto una vendita di un mio nft senza valore con il costo del servizio.
In pratica ho effettuato una vendita su cui io non pagherò le tasse e ho dato un valore certificato ad un opera che il compratore potrà primo scaricare completamente, poi in caso rivendersi allo stesso prezzo o maggiorato. È un po il discorso come i bagarini che vendono i biglietti su ebay del concerto di Vasco, ma visto che è illegale, ti vendono una cartolina a 200 euro e ti regalano il biglietto del concerto
Ciao Stefano - e mi spieghi perché non farlo con una tela sulla quale pratichi un taglio? A me sfugge la differenza con l'arte classica. E comunque Striscia ha parlato di ben altro: compro NFT così i BITCOIN e gli ETHEREUM che ho ottenuto da attività illecite o non dichiarate diventano.. legittimi. Cosa che è una follia.
Ciao, perdonami ma non ho capito una parte.
L'ipotesi iniziale era di un criminale che compri un NFT con 10 mila puliti e lo rivenda a 1 milione. Se il criminale avesse quel milione di dollari sporchi su una qualsiasi cripto, gli basterebbe trovare il modo di portarli su un portafoglio wallet "anonimo" (credo sia possibile, attraverso chissà quale metodo di invisibilità informatica, IP modificato e tutto il resto dei metodi che non immagino) per poi comprare il suo NFT come fossero in pratica due persone diverse dall'altro lato del mondo. Basta che l'exchange di NFT non abbia particolari regolamentazioni e controlli per identificare gli utenti immagino, e credo che molti ancora non le abbiano. Discorso errato?
Ciao Giancarlo, l'ipotesi iniziale fa acqua da tutte le parti proprio per le caratteristiche del mercato delle criptovalute. Ovvero le transazioni su tutte le principali sono su ledger leggibile in chiaro. Sul wallet anonimo che sposta 1 milione di dollari di controvalore è già qualcosa ad un livello di complicazione che renderebbe altri modi di riciclare denaro sporco molto, molto più semplici.