No, la Russia non ha intenzione di vietare le criptovalute seguendo la strada, in realtà unica, già segnata dalla Cina. È questo quanto emerge da una dichiarazione di Alexey Moiseev – vice del Ministro delle Finanze russo, secondo quanto riportato da Interfax.
Una notizia che arriva a riportare la calma sui mercati, con Bitcoin che proprio nel pomeriggio è tornato sopra quota 56.000$, in una giornata di costanti movimenti laterali – carica verso, almeno secondo gli analisti, l’attacco ai massimi storici.
Le notizie che arrivano anche fuori dalla blockchain sembrerebbero essere, negli ultimi giorni, tutte positive. Un buon momento per cercare esposizione sulla criptovaluta. La piattaforma eToro (vai qui per ottener il conto di prova gratuito e senza limiti) – che ci offre anche servizi esclusivi come il CopyTrader per copiare i migliori e sfruttarli per il nostro trading automatico.
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È la grande notizia del giorno: la Russia non avrebbe alcuna intenzione di seguire le orme della Cina per quanto riguarda Bitcoin o le altre criptovalute. La dichiarazione è stata riportata da Halifax ed è stata rilasciata alla stampa dal vice del Ministero delle Finanze di Mosca.
Certamente i cittadini possono avere un wallet all’interno della Federazione Russa, discorso diverso per quelli aperti all’estero, che possono essere soggetti a ban. Si tratta di sovranità finanziaria.
Questo il commento di moderata apertura – in un paese nel quale in molti tra i cripto-appassionati avevano temuto il peggio, temendo una stretta in stile cinese che avrebbe reso inaccessibile per milioni di cittadini cinesi il mondo delle criptovalute.
Tutto questo all’interno di un paese dove in realtà si discute molto frequentemente di criptovalute, anche a livello politico, tra parlamentari che chiedono il ban per gli investitori non professionali e quelli che invece chiedono una regolamentazione anche per l’utilizzo in termini di pagamenti locali. Cosa che oggi è possibile fare – fatta eccezione per i dipendenti pubblici.
Rimane però la preoccupazione per Moiseev che un eccessivo uso delle criptovalute nelle transazioni possa attaccare la sovranità russa in termini di emissione e gestione della base monetaria. Preoccupazione più che legittima – perché è anche quello uno degli obiettivi del mondo delle criptovalute.
Dal Brasile che dovrebbe discutere una riforma libertaria per le criptovalute fino al piccolo stato di Tonga, passando per Panama, Uruguay ma anche Ucraina. Sono diversi i paesi che dopo la felice esperienza di El Salvador vorrebbero aprire alle criptovalute, seppure in termini diversi.
In pochissimi sembrano essere pronti a seguire la Cina nella sua spirale autoritaria che reso qualunque tipo di transazione con le criptovalute illegale. Con buona pace per chi ha investito in questo fantastico mondo e oggi – anche se in obliquo – può dormire sonni tranquilli anche a Mosca.
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