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Francia: il debito pubblico è su blockchain | Pilota da 500 transazioni

3 anni fa
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La Francia fa sul serio con la blockchain. I cugini d’oltralpe stanno infatti sperimentando tanto le fantomatiche CBDC, ovvero le valute digitali emesse però dalle banche centrali, sia un sistema per l’emissione di debito pubblico direttamente su blockchain.

Niente di nuovo sotto il sole – nel senso che sono diversi i paesi che stanno procedendo in questo senso, ma nondimeno interessante, perché parliamo di una delle prime economie del mondo – nonché di un paese storicamente, culturalmente e geograficamente molto vicino all’Italia.

Si parte con la sperimentazione in Francia

I primi test hanno coinvolto circa 500 transazioni – in una delle beta più interessanti da seguire non solo per chi ama e investe in criptovalute, ma anche per chi è strettamente interessato alle tecnologie su Blockchain.

Titoli di stato su blockchain: l’esperimento francese

In realtà non è la prima volta che un titolo di debito viene emesso e testato su blockchain. Fu infatti già BEI ad emettere un titolo pilota sfruttando la rete di Ethereum. Tuttavia questa volta ad aprire le danze è uno stato sovrano e di quelli che emettono quantità rilevanti di titoli di debito statale.

Sono state effettuate 500 transazioni su una rete sviluppata ad hoc da IBM e che ha visto coinvolti tutti i grandi gruppi bancari che operano in Francia, ovvero BNP Paribas, insieme a Crédit AgricoleSociete Generale e CIB, con la penultima della nostra lista che era stata in realtà già parte di diversi esperimenti su blockchain, proprio nella tokenizzazione di bond statali.

Un esperimento che ha visto a lato anche un test importante sulle CBDC, ovvero sulle Central Bank Digital Currency che sono ormai al vaglio in diversi paesi – e a quanto pare anche della BCE – con non poche proteste che si stanno però levando proprio dagli appassionati di criptovalute più massimalisti.

Tutto questo all’interno di una narrativa pubblica portata avanti dai giornali che continua a confondere – in modo volontario o meno – criptovalute come Bitcoin e protocolli che invece garantiranno il controllo statale anche sulle transazioni, che si utilizzi un intermediario o meno di tipo bancario.

Tokenizzazione dei titoli finanziari: la via giusta per mercati più efficienti?

Probabilmente sì – e questo è ormai sotto gli occhi di tutti, anche di quelle autorità statali che hanno sempre guardato al mondo della blockchain con un certo sospetto. D’altronde non solo Ethereum, ma anche protocolli come Fantom oppure Avalanche – sono nati proprio allo scopo di offrire ai mercati finanziari soluzioni di questo tipo.

Soluzioni che ora interessano gli stati, che devono pur dotarsi di canali più intelligenti e meno costosi per quotare il proprio debito e permetterne lo scambio sul mercato secondario. Tutto questo mentre permarranno necessità di verifica della transazione – che in questo caso può essere automatica – e di solidità del network.

Blockchain come Ethereum – ma anche le soluzioni custom di IBM come avvenuto in questo caso – possono essere una soluzione ideale, della quale si gioveranno tanto gli stati e gli operatori finanziari, quanto i normali cittadini.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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