Polygon deve molto del suo successo anche ad un management di primissima fascia, anche in termini di gestione del progetto sul piano della sicurezza. La notizia che ci apprestiamo a riportare punta proprio in questa direzione, perché è stato evitato, prima che si verificasse, un potenziale danno che avrebbe potuto superare gli 800 milioni di dollari.
Grazie al programma di bug bounty, $MATIC ha così potuto scoprire un bug, ricompensare l’hacker white hat che lo ha scoperto e rimettere in assoluta sicurezza il suo network, ottima notizia per chi vi ha investito o pensa di farlo a breve.
Una notizia positiva, che conferma Polygon al top del settore DeFi. Chi vuole esporsi verso questo network e questa criptovaluta può farlo con la piattaforma eToro – vai qui per il conto dimostrativo gratis con tutte le TOP funzionalità – intermediario con 35+ criptovalute a listino scelte tra le migliori.
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Polygon $MATIC ha pagato ad un hacker white hat – ovvero gli hacker che operano per il bene se vogliamo e non per guadagno personale diretto – una ricompensa di 2 milioni di dollari che ad oggi è la più alta mai pagata da un progetto di finanza decentralizzata della storia.
Perché è stata pagata? Perché è stato segnalato un bug che sarebbe potuto costare al network oltre 800 milioni di dollari. Una situazione che, parliamo pur sempre di informatica, può verificarsi – perché nessun sistema può essere considerato come certamente privo di bug.
A rendere praticamente unica in questo senso Polygon è proprio la grande attenzione che viene dedicata al programma di bug bounty, ovvero di scoperta dei bug – perché per l’appunto il sistema ha permesso di scoprire un problema di questo tipo, prima che producesse i suoi catastrofici effetti.
Programma di bug bounty che è gestito da Immunefi – che conferma il successo dell’operazione tanto per il network quanto invece per chi lo ha scoperto:
Ci congratuliamo con Gerhard per il suo report di eccellente qualità e anche con la risposta rapida di Polygon, la sistemazione del bug e il pagamento praticamente istantaneo.
Secondo quanto è stato reso pubblico dal protocollo, si trattava di un bug sul Plasma Bridge di Polygon, quello che permette le comunicazioni tra il protocollo ed Ethereum.
Un bug che con un semplice investimento di soli 100.000$ avrebbe permesso all’hacker un guadagno di oltre 22 milioni di dollari e che se sfruttato al massimo potenziale avrebbe potuto causare danni per oltre 850 milioni di dollari.
Non la presenza di bug in quanto tali a dover essere rilevante. A contare è la rapidità con la quale possono reagire i protocolli e le strutture che sempre gli stessi protocolli utilizzano per rilevarli prima che compiano danni importanti.
Il caso di Polygon Matic è da manuale: bounty con premi molto alti, cosa che attira gli hacker ad ottenere delle ricompense potenzialmente più basse dello sfruttamento del bug, ma senza alcun tipo di conseguenza legale.
È anche per questo tipo di approccio che $MATIC fa parte del nostro portafoglio di criptovalute, in una posizione estremamente rilevante, a pochi passi dalle primissime – che sono tutte o quasi maggiori per capitalizzazione.
Di Matic continueremo a sentir parlare – rinnovando il nostro invito ad interpretare quanto accaduto in toni il più possibile positivi.
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