Istituzionali in Bitcoin? A quanto pare sarà questo il liet motiv delle prossime settimane e dei prossimi mesi. Non solo banche, ma anche crediti popolari e soprattutto fondi pensione.
Qualche giorno fa era stato il caso del fondo pensione dei pompieri di Houston e oggi sembrerebbe essere – anche se manca una conferma ufficiale dell’acquisto – del potente sindacato coreano degli insegnanti.
Mosse che potrebbero esercitare pressioni positive sul prezzo di Bitcoin, che già oggi è tornato su livelli di prezzo estremamente interessanti e superiori stabilmente ai 63.000$.
Perché parliamo di un gruppo che gestisce fondi per 40 miliardi di dollari e che gestisce anche gli asset pensionistici degli associati. Qualcosa che assomiglia ad una via di mezzo tra un sindacato e un fondo pensione e che avrebbe annunciato il suo pronto ingresso nel mondo di Bitcoin. Con qualche caveat, perché il gruppo non investirà, almeno secondo le prime indiscrezioni, direttamente in $BTC, ma utilizzerà ETF, che dovrebbero arrivare sul mercato coreano durante la prima metà del 2022.
Tutto questo alla luce di quanto sta già avvenendo negli USA, dove in una settimana sono stati quotati tre ETF che replicano il prezzo di Bitcoin. Un investimento pertanto indiretto, ma che avrà comunque potenziali effetti sul mondo di Bitcoin e sul suo valore – perché almeno indirettamente eserciterà, nel caso, una pressione rialzista. Pressione rialzista che andrà ad aggiungersi all’onda lunga degli investimenti degli istituzionali, che come ha riportato oggi Anthony Scaramucci, continueranno per almeno 12-18 mesi.
Una situazione intorno a Bitcoin che sta diventando, pertanto, molto interessante – con società e gruppi che avendo in dotazione enormi capitali da gestire guardano con sempre più interesse al mondo delle criptovalute.
Le nostre previsioni su Bitcoin sono state tacciate più volte di essere eccessivamente ottimiste, puntando a 100.000$ entro fine anno e ad oltre 200.000$ sul medio e lungo periodo.
Tuttavia se dovessero continuare le news di questo tipo, ci troveremmo senza dubbio ad avere a che fare con un’onda inarrestabile che potrebbe spazzare via quelle che sono previsioni già molto ottimiste.
In realtà la decisione sembrerebbe essere già stata presa. A mancare è il veicolo finanziario, che dovrà essere per forza di cose un ETF. ETF che però non è ancora disponibile in Corea e per il quale, anche per le lungaggini del regolatore locale, si dovrà ancora aspettare qualche mese.
Poco male comunque, perché è normale che mosse da parte di istituzioni così importanti prendano del tempo. Rimane l’enorme portata di una decisione di questo tipo da parte di istituzioni nate principalmente per la tutela del capitale degli iscritti. La mossa che porta alla scelta di $BTC dovrebbe essere pertanto letta proprio in questo senso – ovvero a tutela di capitali anche contro l’inflazione – ormai interpretata in modo duraturo in tutto il mondo.
Prima di salutarci – cogliamo l’occasione per ricordare ai nostri lettori che esattamente 1 anno fa Bitcoin valeva 13.000$. Ovvero 1/5 circa del prezzo di oggi. Chi ci dice che non si potrà seguire la stessa traiettoria?
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