Il mondo delle criptovalute non finisce mai di stupire. Le applicazioni della blockchain sono infinite – e alcune di queste possono seriamente rivoluzionare le loro industrie di riferimento. È il caso di $ARPA, dell’omonimo network – che oggi cresce in doppia cifra, portando sul palcoscenico un protocollo che vede, tra i suoi partner, enti internazionali importanti come JD.COM e Sinochem.
Arpa punta ad implementare su blockchain calcoli e modelli sui dati condivisi, pur preservando un alto livello di privacy per i dati che vengono trattati, una modalità di utilizzo particolarmente interessante per la data economy – in particolare quando questa è legata a dati sensibili o che non vorremmo condividere, anche in qualità di gestori, con terzi.
Il token relativo, $ARPA, è già disponibile su Crypto.com – vai qui per ottenere un conto gratuito con bonus esclusivo di 25$ – exchange di grande qualità che è sempre estremamente attento alle novità più interessanti sul mercato, come nel caso di $ARPA. Possiamo investire sia con carta che con bonifico – o versando stablecoin da altri wallet.
Di blockchain dedicate alla privacy ne abbiamo già viste tante. Monero e Zcash sono state le prime a preoccuparsi, ad esempio, della privacy degli elementi coinvolti in una transazione. Il discorso, con Arpa Chain è diverso. Perché grazie alla sua chain, che è già compatibile con Ethereum ed EOS, possiamo avere accesso a moduli e potenza di calcolo esterna, preservando però sempre la privacy dei dati che forniamo al sistema.
Un compromesso ideale per chi deve trattare dati riservati e sensibili o semplicemente ha bisogno di una gestione minuziosa dei diritti di proprietà ai quali sono legati, per una soluzione che è oggettivamente innovativa, unica e potenzialmente già apprezzabile dall’industria che è legata al mondo della data economy.
Questa è forse una delle novità più importanti tra quelle introdotte da questo protocollo. Perché abbiamo davanti un sistema che riesce a portare l’elaborazione dei dati fuori dalla blockchain, rendendola enormemente più efficiente, pur senza impattare sulla privacy e la sicurezza delle computazioni. Un sistema che può essere interessante per diversi comparti, come quello della salute, della pubblicità, dei servizi finanziari fintech e anche dei dati sensibili personali.
D’altronde basterebbe guardare ai partner che sono legati al progetto per rendersi conto della rilevanza, anche commerciale, del protocollo. Ne sono già parte Alibaba Cloud, insieme a Sinochem, Stardust e JD.com. Aziende che tradiscono però un po’ la proiezione geografica naturale di questo network, che punta direttamente al lontano oriente e in particolare alla Cina, con la partnership anche con l’Università Zhehiang.
Il fatto che sia già listato su tanti exchange, tra i quali operatori di peso come Crypto.com è segnale inequivocabile della grande attenzione che questo protocollo sta già raccogliendo. Cosa che invitiamo tutti a fare: seguire ARPA Chain ed eventualmente considerarla per l’allocazione del nostro capitale dedicato alle criptovalute a bassa capitalizzazione.
D’altronde l’aumento dei volumi sulla sua rete – che è poi parzialmente responsabile del boom di oggi, è più che chiaro sulle intenzioni di sviluppo di questo protocollo.
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