Ancora problemi su Ethereum, o meglio sulle commissioni, che hanno raggiunto prezzi fantascientifici, confermando l’impossibilità per il protocollo di essere al tempo stesso hub principale degli smart contract e blockchain in validazione PoW.
A causa del boom di scambi su ENS e relativo record di prezzo, la rete di Ethereum si è ancora una volta trovata in enorme difficoltà, con le commissioni che sono schizzate su livelli che non si vedevano dal grande crash di maggio scorso, quando tutti stavano cercando di chiudere le proprie transazioni nel minor tempo possibile.
Una questione che fa pensare – e che rende ancora più atteso il passaggio ad un sistema di validazione PoS, cosa che dovrebbe essere ormai, al netto di qualche problema tecnico, questione di pochi mesi. Cerchiamo di capire insieme cosa sta succedendo nel mondo di Ethereum.
Situazione che, tra le altre cose, si ripropone costantemente ogniqualvolta un token basato sui suoi protocolli ha un aumento di prezzo importante. I prezzi, nel momento in cui scriviamo, sono ancora abbondantemente sopra il 100$.
Ethereum è vittima, ormai dall’inizio del 2021, del suo stesso successo. La quasi totalità dei progetti che ha avuto uno spike di prezzo importante e una crescita di volumi fuori dal comune è ospitato proprio sulla rete Ethereum. Che essendo ancora una rete in validazione PoW, è difficilmente scalabile.
È stato questo il caso durante l’ultimo grande boom di Shiba Inu Coin, così come è stato il caso per tutti i ciclici boom di protocolli quali Axie Infinity. In altre parole: ogni volta che il mercato si interessa di un token ERC-20 o di altro tipo supportato da Ethereum crescono i volumi di transazione, la rete si ingolfa e i prezzi delle transazioni vanno alle stelle.
Il grafico che riportiamo qui sopra, che indica gli ultimi 3 mesi è comunque impietoso. Anche nei momenti di minimo si sono avute transazioni sopra i 15$, con una buona parte di settembre sopra i 30$ e un novembre che sembrerebbe essere ancora più esoso.
Ieri, come abbiamo raccontato sulle pagine di Criptovaluta.it, è stata la giornata di ENS, il name service di .eth, che dopo aver quotato il token della governance DAO, è stato interessato da un enorme volume di scambi. Volume di scambi che è andato ad aggiungersi ad una rete Ethereum già sotto stress.
I risultati sono, ancora una volta, sotto gli occhi di tutti. E rendono necessario, se Ethereum vorrà continuare ad essere il centro della rivoluzione DeFi trovare delle soluzioni. Queste soluzioni in realtà già ci sono – e prevederanno il passaggio ad un sistema in Proof of Stake, che sarà in grado di rendere il network maggiormente scalabile e di ridurre anche i tempi di attesa.
Nel frattempo però chi gestisce reti che già utilizzano quel sistema di validazione (o altri altrettanto scalabili), potrebbe continuare ad erodere piccole quote di mercato ad Ethereum. Solana, ma anche BSC di Binance e Cardano sono alla porta.
La situazione non ottimale sul piano tecnologico non sembrerebbe però interessare più di tanto i mercati, che continuano a spingere Ethereum, anche dopo la correzione che l’ha riportata sotto i 4.700$ ieri.
Quanto sta avvenendo adesso sulla rete ETH non è esattamente una novità – e tutte le speranze sono riposte nel futuro di un network che dovrà, volente o nolente, passare ad altra soluzione tecnologica.
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Vedi Commenti
E' grande, è sicuro, è decentralizzato. Ha una logica che sia il più scelto!
Con il PoS (e l'aumentare/migliorare dei suoi L2) allargherà il suo dominio, anche se ci sarà sempre posto per altre cripto (per esempio quelle che si occupano di NFT a bassissimo valore, tipo centesimi di dollaro,, e quindi devono avere commissioni 0 - chi ha detto Wax? il mio primo cripto-amore!)