Su Bitcoin si sta consumando una delle battaglie più aspre della politica americana, con due opposti schieramenti che sembrano essere ormai capeggiati chiaramente da un lato dal presidente Joe Biden, dall’altro dal Senatore Repubblicano Ted Cruz.
Una battaglia che passerà danche dall’Infrastructure Bill, gruppo di norme patchwork che includono un po’ di tutto, compresa una stretta su exchange, crypto-broker e tassazione. Ted Cruz, che già nel recente passato si è speso con toni molto favorevoli sull’introduzione di Bitcoin al Congresso, vorrebbe intestarsi questa battaglia. E data la sua rilevanza politica, potrebbe essere un ottimo segno per il mondo di Bitcoin.
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Ted Cruz non ci sta: vuole espungere le nuove norme sugli intermediari
L’infrastructure bill si è trasformato, come prevedibile, in un calderone contenente norme di ogni tipo, e non solo il finanziamento di infrastrutture in senso stretto. Al suo interno – cosa che ha scatenato un panico non ancora rientrato sui mercati – anche delle nuove norme che definiscono i cripto broker, in formulazioni che potrebbero causare problemi al settore – e un accenno ad una tassazione compressiva del settore
Ted Cruz, che già qualche giorno fa si era speso per Bitcoin in Congresso ha colto la palla al balzo e ha dichiarato, attraverso il proprio ufficio stampa, di voler combattere per eliminare queste formulazioni, che sarebbero particolarmente restrittive anche per il mondo degli exchange.
Una situazione prevedibile, dato che c’era già stata una battaglia tale ad agosto, rimandata poi quando il bill sarebbe passato per le mani del Congresso. Con sentimenti che sembrano essere, almeno per il momento, alternati. Perché per l’appunto una parte dei Repubblicani sarebbe per una modifica, mentre l’ala più radicale sulle criptovalute vorrebbe espungere completamente le locuzioni introdotte.
In quanto corpo deliberativo, il Senato avrebbe dovuto fare meglio il suo lavoro, organizzando audizioni per comprendere completamente le conseguenze dell’introduzione di nuove legislazioni su un settore emergente, prima di mettere a rischio profitti e privacy degli americani che vi partecipano. Chiamo con la massima urgenza i miei collegi in Senato alla rimozione di questo linguaggio chiaramente dannoso, che creerà incertezza di tipo regolatorio e che si trasformerà in una non-necessaria barriera all’innovazione.
Riproponendo così un tema che è stato quello caldo anche in fase di approvazione degli ETF, con le stesse parti in gioco.
Cosa vuol dire questo per Bitcoin e per il settore cripto?
Si tratta di una buona notizia, per quanto siamo certi del fatto che, sul medio e lungo periodo, il comparto non avrà bisogno in alcun modo di ricorrere all’aiuto della politica.
Perché una buona notizia? Perché una parte rilevante del Congresso americano, sebbene minoritaria, ha deciso di difendere il settore, almeno apparentemente senza secondi fini. Qualcosa che potrà fare la differenza sul breve periodo – come è avvenuto per gli ETF finalmente sbloccati anche negli USA. La battaglia sarà lunga – con il nuovo presidente degli USA che, non ne fa mistero più nessuno, vorrebbe regolamentare nei minimi particolari il settore.