Dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi rilasciate in India dal ministro delle finanze Arun Jaitley e dal segretario per gli affari economici Subhash Chandra Garg, il governo indiano ha fatto la sua mossa; il dipartimento delle imposte sul reddito ha infatti inviato circa 100.000 avvisi fiscali ai cittadini che hanno investito in monete virtuali.
Data la crescita esponenziale di questo particolare mercato, il governo vuole che questi investitori condividano legalmente le informazioni sui loro profitti.
La tassabilità dei profitti
Sushil Chandra, capo del dipartimento per le imposte sul reddito dell’India, ha dichiarato:
“Le persone che hanno effettuato investimenti in criptovalute non hanno dichiarato entrate derivate alla presentazione dei documenti per le tasse, quindi non hanno pagato le tasse su questi profitti; inviamo loro avvisi poiché riteniamo che sia tutto tassabile”.
Parlando durante un evento organizzato dall’Associated Chambers of Commerce and Industry of India (ASSOCHAM), Chandra ha aggiunto:
“Abbiamo scoperto che non c’è chiarezza sugli investimenti fatti da molte persone, il che significa che non hanno dichiarato correttamente i loro profitti”.
L’invio degli avvisi fiscali ai sospetti insolventi è avvenuto lo scorso mese di gennaio dopo che un’indagine nazionale ha rilevato che negli ultimi 17 mesi nel paese siano state effettuate transazioni per un valore che si attesta attorno ai 3,5 miliardi di dollari.
Questa indagine ha visto il dipartimento tenere d’occhio gli investitori a partire dal mese di dicembre 2017, quando ha iniziato il programma di sorveglianza con il quale sembra siano state scovate centinaia di migliaia di persone che hanno potuto arricchirsi, o perlomeno guadagnare, grazie alle valute digitali.
La situazione attuale delle valute digitali era già stata parzialmente definita nei giorni scorsi, quando il ministro delle finanze Arun Jaitley ha deciso di sottolineare come le criptovalute non siano ufficialmente riconosciute come moneta a corso legale in India; Jaitley ha poi aggiunto che il governo:
“…prenderà tutte le misure per impedire a queste cripto-attività di finanziare attività illegittime”.
Le prime misure sembra quindi siano state prese dal dipartimento per le imposte sul reddito indiano poiché, come ha detto Chandra, anche se le valute digitali non hanno attualmente corso legale nel paese, il denaro investito in queste valute resta tassabile, così come qualsiasi rendimento.
Completa collaborazione da parte degli exchange
Ajeet Khurana, capo del Blockchain and Cryptocurrency Committee (BACC) e di Internet and Mobile Association of India (IAMAI), ha nuovamente voluto sottolineare che ci sono circa cinque milioni di utenti cripto in India, aggiungendo come diversi exchange, ai quali questi utenti si affidano, abbiano collaborato con il dipartimento fiscale del paese e offerto dati personali di clienti rilevanti.
“Tutti gli exchange hanno fornito le informazioni molto volentieri e volontariamente”.
La sottolineatura di Khurana va a dimostrare come gli stessi componenti della digital economy siano interessati a creare un clima di collaborazione e coesione con il governo indiano.