Il tempo dell’ultimo attacco cinese a Bitcoin sembra essere ormai lontanissimo nel tempo, nonostante siano passati in realtà pochi mesi. Un ultimo attacco – questa volta al mining – che come avevamo già detto qui sulle nostre pagine – è stato al contario la dimostrazione della forza e dell’impossibilità di fermare Bitcoin.
Ora ci sono anche i numeri a darci ragione, perché l’hashrate a “protezione” di Bitcoin – o meglio – che ne permette il funzionamento, è pressoché raddoppiato dal ban cinese, momento più basso da qualche anno a questa parte.
Questa è una notizia bullish, per tutta una serie di motivi che andremo a spiegare nel corso di questo nostro approfondimento. Possiamo investirci con eToro – vai qui per ricevere il conto virtuale del broker con tutte le funzionalità TOP – intermediario che è il più avanzato al mondo per fare trading su $BTC.
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I nostri lettori più affezionati si ricorderanno di quanto avvenuto qualche mese fa – quando la Cina ha dichiarato illegali le operazioni di mining su tutto il suo territorio. Un problema importante, ai tempi, per Bitcoin, dato che una parte estremamente rilevante dell’hashrate si trovava proprio in quel paese, approfittando di energia elettrica a bassissimo costo.
Qualcuno aveva temuto addirittura per il peggio, con i mercati che hanno avuto una reazione piuttosto nervosa. E invece, cosa che tra le altre cose gli esperti della geopolitica di Bitcoin avevano già intuito, ci sarebbe semplicemente stata una redistribuzione dell’hasharate e dunque un’ulteriore decentralizzazione – questa volta fisica, del protocollo.
L’infografica riporta i dati di Blockchain.com, che son particolarmente chiari su quanto sta avvenendo – ovvero un recupero ormai totale – un segnale bullish perché tale hashrate arriva anche da macchine aggiornate – che consumano meno e che sono più efficienti.
Investimenti ingenti da chi, ci si passi la considerazione, ha sicuramente una visione di mercato pluriennale e distribuita su un arco temporale ampio, per poter rientrare dall’investimento.
Perché occuparsi del mining Bitcoin anche se siamo dei semplici investitori? Per sfatare un mito che – fortunatamente sempre meno – continua a circolare tra i detrattori di Bitcoin. Ovvero che relativamente a stretto giro di posta Bitcoin potrebbe fallire come ecosistema.
Davanti ad investimenti enormi come quelli che stanno facendo anche società quotate negli USA, questa ipotesi sembrerebbe essere definitivamente da scartarsi. Società che hanno investimenti pianificati con orizzonti oltre i 10 anni, con costi enormi e con costi fissi altrettanto importanti.
Per parafrasare quanto dicono gli americani – put your money where your mouth is – ovvero l’invito a investire in accordo a quanto si dice. I grandi miner lo stanno facendo, mentre di profeti di sventura che abbiano dei grandi ordini short non abbiamo notizia. Ognuno tragga le proprie conclusioni – anche di fronte ad un periodo di movimenti laterali per $BTC, che potrebbe far perdere l’entusiasmo a qualcuno.
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