Ci siamo lasciati ieri parlando di Goldman Sachs e opzioni Bitcoin e già dopo poche ore dobbiamo tornare sul rapporto tra una delle più grandi banche del mondo e la principale criptovaluta del mercato.
Si parla di prestiti, si parla di Bitcoin come collaterale e di situazioni finanziariamente complesse, che nessuno sarebbe stato in grado di immaginare anche soltanto poche settimane fa.
Si tratterebbe di un altro battesimo di fuoco per Bitcoin e di un’altra chance fortemente rialzista. Possiamo investire su un futuro che si sta delineando come rivoluzionario tramite la nota piattaforma crypto eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con tutte le funzionalità più avanzate – intermediario che offre il top anche in termini di funzionalità fintech.
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Bitcoin come collaterale per i prestiti: ecco cosa vuol dire
Goldman Sachs avrebbe fatto intendere a Coindesk l’interesse di diverse banche nella creazione di formule di prestito per clienti istituzionali con Bitcoin come collaterale, ovvero come asset che verrebbe trasferito nel caso in cui la restituzione del prestito non dovesse andare a buon fine.
Per molti dei nostri lettori un’opzione del genere potrebbe sembrare un tecnicismo finanziario, ma è in realtà una rivoluzione di enorme importanza per Bitcoin in quanto tale, ovvero in quanto asset finanziario sul quale diverse aziende quotate stanno iniziando a costruire un allargamento delle proprie sostanze.
In realtà quanto proposto da Goldman Sachs è ancora più complesso. Perché si tratterebbe di quelli che in gergo tecnico si chiamano repurchase agreements, che coinvolgono terze parti che facilitano la transazione tra il creditore e il debitore. Ci sarebbero inoltre più banche che starebbero esplorando questa possibilità, più di 10 secondo il report di Coindesk, con alcune di queste che potrebbero iniziare a far vedere qualcosa in questo senso già nei prossimi 3-6 mesi.
Il problema del regolatore
L’ostacolo più grande, anche per banche di queste dimensioni, sarà risolvere la questione con il regolatore dei mercati negli Stati Uniti. Esisterebbero delle basi per muoversi in questo senso, basandosi però su quanto fu deciso durante l’amministrazione Trump. Si dovrà vedere quale sarà l’intendimento dell’amministrazione Biden, che non si è ancora dimostrata come particolarmente aperta all’ipotesi di un futuro finanziario basato appunto su Bitcoin.
Riusciranno le pressioni di istituti dell’importanza di Goldman Sachs a superare questi ostacoli? Noi siamo positivi su questa possibilità, in particolare dopo che SEC, ad esempio, ha dovuto arrendersi agli ETF basati proprio sulla regina delle criptovalute.
Early nella rivoluzione: ecco perché crediamo che siano i primi passi per Bitcoin
Nonostante la notizia sia di quelle importanti, non siamo affatto stupiti. Sosteniamo ormai da tempo sulle pagine di Criptovaluta.it che questa sia la traiettoria più naturale per una criptovaluta che piace molto come asset per l’hedging di lungo periodo contro l’inflazione.
Bitcoin, nonostante conservi ancora una parte della sua natura di asset di rischio, sta inevitabilmente normalizzandosi come una sorta di oro digitale. E se la nostra lettura dovesse essere corretta, per i prossimi mesi e anni potremo aspettarci una domanda sempre crescente, con le ovvie ripercussioni sul prezzo che possiamo aspettarci in queste situazioni di mercato.