Tether porta a segno un colpo, quantomeno politico. Il Governo di Unità Nazionale del Myanmar, per intenderci quello della popolare – anche dalle nostre parti – Aung San Suu Kyi, ha deciso che utilizzerà Tether come valuta avente corso legale. Questo in quanto Tether in grado di aggirare le forti restrizioni che vigono nel paese, che è governato, lo ricordiamo ai nostri lettori, da un governo che si è instaurato con un golpe.
Un governo ombra e di opposizione ad un regime – che troverà nella rete di Ethereum e nelle altre che supportano Tether un veicolo per aggirare le forti restrizioni – anche al commercio e agli scambi – che ora vigono nel paese. Ribelli dalla parte delle criptovalute? Forse è il caso – anche per il forte significato simbolico di questo atto – di cercare di capirne di più.
Tether è il più conosciuto ed utilizzato degli stablecoin che sono ancorati al dollaro USA. Un token che ha avuto una vita costellata anche di critiche e polemiche, con molti che continuano ad accusarlo di non avere in cassa riserve a sufficienza per garantire tutti gli USDT in circolazione. Polemiche smentite più volte da analisi terze che non hanno tra le altre cose inficiato il suo dominio del mercato, nonostante l’arrivo di candidati molto seri e concreti come USDC.
Anche il Governo di Unità Nazionale del Myanmar sembra aver subito il fascino di questo token, dato che ha deciso di utilizzarlo come valuta ufficiale. Il motivo? Semplice da capire: ha valore ancorato al Dollaro USA e dato che non può essere facilmente bloccato dal rigido governo che opera in Myanmar, è una soluzione anche sul piano tecnico per aggirare le restrizioni.
Una mossa a sorpresa, che testimonia – se ce ne fosse ancora il bisogno – l’enorme potenziale politico del mondo delle criptovalute, anche quando ancorate ad una fiat currency come il Dollaro USA. La notizia è stata riportata da Bloomberg, il quale ha aggiunto che “Tether” sarà consigliato per l’utilizzo anche locale, per migliorare il commercio, i servizi e la velocità dei sistemi di pagamento.
Con il Dollaro USA che, pur essendo una fiat, è comunque stabile e affidabile e considerato all’unanimità così da quasi tutti i paesi del mondo. Uno schiaffo inoltre al regime, che aveva bandito completamente le criptovalute nel 2020, mossa che non sembrerebbe però aver sortito gli effetti sperati.
Per quanto possa essere poco interessante per gli investitori in senso diretto, questa notizia apre ad un ventaglio di possibilità per quegli stati – in controllo del proprio territorio o meno – che si trovano ad dover aggirare restrizioni, per importanti o meno che siano.
Con il curioso cortocircuito politico, in Myanmar, dell’appoggio per il governo ombra di Unità Nazionale da parte di Stati Uniti, Francia e Regno Unito – stati che mai si sognerebbero di rendere valuta legale una criptovaluta, che si tratti di stablecoin o di altro. La rivoluzione Blockchain, anche in politica, è ormai iniziata.
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