JP Morgan non è esattamente una novità nel mondo delle criptovalute e della blockchain. Il gruppo era già uno dei più attivi nel 2017, durante la prima grande fase di boom per tutto il comparto. Oggi invece siamo in una fase se vogliamo diversa, alla quale però $JPM non vuole rinunciare a partecipare.
Secondo quanto riportato da Yahoo Finance, il gruppo starebbe sviluppando, di concerto con il gruppo tedesco Siemens, un sistema di pagamento su blockchain, per una news che è partita da Financial Times – che potrebbe spingere sul gas dell’accettazione di queste tecnologie su scala globale.
Tutto questo con l’utilizzo primario che è avvenuto esclusivamente per pagamenti interni fino ad ora – e che non sappiamo se e quando verrà esposto verso l’esterno. Con qualche chicca, che ci fa pensare anche a IOTA e ad altre criptovalute che sono coinvolte a diverso titolo all’intersezione tra mondo dei device e mondo invece dei pagamenti su blockchain.
È forse la prima volta che vediamo la blockchain considerata come un sistema più affidabile per gli alti volumi di pagamento, nel senso di numero di transazioni, da una società di questo calibro. Il ragionamento di base di Siemens, che è stato riassunto da Heiko Nix – leader della divisone pagamenti del gruppo tedesco – è il seguente:
Se il business dovesse rimanere sui livelli di oggi, potremmo ritenerci al sicuro con gli attuali sistemi di pagamento e custodia. Potremmo automatizzare in parte i procedimenti e ridurre costi e cash allocation. Questo però non è il motivo per cui stiamo facendo questo: vediamo una grande crescita del settore, a causa di nuove tipologie di business, con maggiori difficoltà di prevedere ad esempio la corretta allocazione di cash.
Si è parlato anche di aumento del numero di pagamento legato all’emergere di soluzioni in pay per use, che renderebbero necessario un nuovo paradigma. Che forse non potrà essere, almeno a livello zero, quello di Bitcoin, ma per il quale comunque le tecnologie in blockchain possono fare molto.
Si tratta di Onyx, che è un sistema che permette lo scambio di valori, informazioni e anche asset digitali. Una blockchain completa, che ricorda nel funzionamento Ripple, ma che include anche servizi aggiuntivi.
Un sistema che il gruppo sta cercando di vendere a società di dimensioni importanti ormai dal 2020 e che è un player importante, data anche la rilevanza di JPM come fornitrice di servizi finanziari ai grandi gruppi del capitalismo mondiale.
Un nuovo player nello spazio che sarebbe anche di MIOTA, ma anche di sistemi nati proprio per offrire pagamenti e trasferimento di asset come Ripple? Probabilmente sì, anche se ci sono altre questioni delle quali si dovrà parlare, essendo ancora questa rete non di pubblico dominio – e comunque riservata a clienti selezionati da JP Morgan stessa. Un ottimo sponsor però per la blockchain come tecnologia in senso stretto – cosa che avrà innegabilmente un riverbero anche sul settore cripto classico.
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