Tra i più grandi gestori di fondi al mondo, Wisdomtree si è visto recentemente rifiutare l’approvazione, da parte di SEC, di un ETF basato su Bitcoin spot, ovvero sulla replica fisica dello stesso.
Ma il gruppo di gestori non demorde, e ieri ha annunciato di voler inserire Futures su Bitcoin, nella misura del 5% al suo ETF Managed Futures Strategy, dedicato nel complesso al mondo delle materie prime. Una mossa, insieme al refiling di un altro ETF Bitcoin che dimostra quale sarà la traiettoria di $BTC anche nella finanza che conta.
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WisdomTree insiste su Bitcoin, che continuerà ad essere il tema del 2022 per i grandi gestori
Il 2021, anno che si è appena concluso, è stato il crocevia per l’ingresso di Bitcoin nell’orbita della finanza che conta. È stato l’anno dell’approvazione del primo ETF su $BTC nella borsa USA, e anche l’anno di tentativi importanti da parte di altri fondi di offrire un fondo a replica fisica, come non solo WisdomTree, ma anche VanEck. Dato il niet di SEC, alcuni di questi gestori stanno cercando di operare in diverso modo.
WisdomTree, che si è vista inoltre rifiutare recentemente il filing di un ETF fisico su Bitcoin, ha annunciato ieri di aver aggiunto un’esposizione del 5% su Bitcoin Futures all’interno di uno dei suoi ETF dedicati alle materie prime, ovvero l’ETF Managed Strategy Fund. Con dei risvolti importanti tanto per quanto riguarda il futuro di Bitcoin. Ma procediamo con ordine.
WisdomTree e il suo rapporto con Bitcoin
Anche se relativamente in sordina, WisdomTree è già da tempo all’interno del mondo di Bitcoin. Già qualche tempo fa aveva aggiunto al 3% sempre i futures Bitcoin al suo Enhanced Commodity Strategy Fund, altro fondo a gestione attiva che si occupa del mondo delle materie prime. Sarà però necessario, al fine di capire queste mosse, anche capire chi è WisdomTree e come penserà di operare in futuro.
WisdomTree è un manager di fondi americano, che opera ormai dal 2006 e che è tra i più attivi al mondo su diverse categorie merceologiche. Ha all’attivo oltre 70 miliardi di controvalore in gestione diretta ed è uno dei nomi più importanti del settore su scala mondiale.
Come gestore è quotato al NASDAQ e amministra oltre 100 fondi ETF, molti dei quali a gestione attiva. Le decisioni in termini di composizione del portafoglio di alcuni fondi non sono fini a se stesse, ma sono in grado di innescare effetti a cascata in tutto il comparto.
La nostra visione è che Bitcoin sta avendo un ruolo simile all’oro.
Questo è stato il commento rilassciato da Jeremy Schwartz, che è in posizione apicale all’interno del gestore dei fondi e che così giustifica l’inserimento di Bitcoin all’interno di prodotti finanziari che si occupano principalmente di criptovalute.
ETF a replica fisica contro futures
Qui torniamo – prima di salutarci – ad un tema che è uno di quelli dei quali parliamo da più tempo all’interno delle pagine di Criptovaluta.it, ovvero la questione americana riguardante gli ETF a tema Bitcoin.
Si possono avere due tipi di ETF su questo tipo di asset (e anche sulle materie prime), ovvero fondi che acquistano direttamente il sottostante, in questo caso Bitcoin – e fondi che invece acquistano contratti derivati che replicano il prezzo del sottostante, come appunto i futures.
È la differenza tra ETF fisici e ETF sintetici, che esiste anche per tutti gli altri ETF, che siano azionari o dedicati al mondo delle materie prime. E qui entrano in gioco due questioni curiose: la prima è che SEC, come è noto, ha dato ok soltanto ad ETF sintetici su Bitcoin, ritenendo la cosa più sicura. La seconda è che storicamente invece gli ETF sintetici sono stati sempre considerati meno trasparenti, sebbene stiano, in questo senso, migliorando.
Per molti operatori del mercato, come anche Grayscale, questa scelta chiara di Gary Gensler di SEC continua ad essere assolutamente ingiustificata – e sono state anche avviate delle cause legali a riguardo. Opinione che condividiamo, dato che gli ETF sintetici, sebbene si tratti di futures scambiati al CME, incorporano anche rischi considerevoli rispetto agli ETF replica fisica.
Sono popolari per tutti quegli asset che possono avere costi considerevoli ad essere acquistati o conservati. Ma questa dovrebbe essere comunque una scelta del mercato in libertà – e non l’imposizione di SEC. E su questa vicenda continuerà una lotta serrata tra i gestori che vogliono incorporare Bitcoin nei loro ETF e l’organo di controllo delle borse americane.
Sì, perché tutte le società che si sono viste respingere le proprie application – è necessario che SEC approvi un ETF prima che questo sia quotato in borsa – sono sul piede di guerra, non volendosi lasciar scappare la grande occasione di essere referenti del mondo $BTC presso un pubblico vasto come quello che si abbevera alla borsa USA.
La situazione nel resto del mondo
In realtà la situazione è molto diversa nel resto del mondo, con altri paesi di prima fascia in termini di articolazione del settore finanziario che hanno già approvato ETF basati su replica fisica di Bitcoin.
È il caso dell’ETF Invesco che sono quotati in Germania – paese che nell’immaginario collettivo dovrebbe essere un incubo in termini di regolamentazioni rispetto agli USA.
Fidelity inoltre ha lanciato in Canada un ETF Bitcoin fisico, anche per mandare un segnale a SEC. Una situazione paradossale, sulla quale si sta giocando anche un’importante partita politica negli USA tra Repubblicani e Democratici. Ma fino a quando si potrà fermare, passateci la metafora, il vento con le mani?
Dove conviene investire in Bitcoin o azioni o materie prime per tentare di battere l’inflazione?
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Quotiamo in toto.
Salve Gianluca,
Cosa ne pensi di Victoria VR ,ho letto che e’ uguale a Sandbox.
Grazie mille
saluti Michael