Ancora Fed sul cammino di Bitcoin e delle criptovalute? In un certo senso sì, anche se in realtà le cose sono un po’ più complicate di così.
Un Powell che dal comunicato stampa diffuso 30 minuti prima della conferenza era apparso come statico, almeno rispetto a quanto detto a dicembre, per poi parzialmente terrorizzare i mercati (anche quelli azionari), quando è stato lui a prendere la parola.
La buona notizia è che anche questa volta il tracollo non c’è stato, anche se rispetto ai livelli massimi raggiunti durante la serata siamo a quasi il -8%. Un prezzo di sconto che farà gola a molti e sul quale si può investire con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito al 100% con strumenti Trading PREMIUM – intermediario che ci offre la possibilità di accedere nel complesso ad oltre 43+ criptovalute.
Possiamo farlo, anche in momenti così convulsi, con il WebTrader integrato in questa piattaforma, che include strumenti di analisi avanzata direttamente sul grafico. Abbiamo inoltre accesso anche a strumenti quali il CopyTrader, che permette di investire copiando il top della piattaforma. Con 100$ possiamo passare ad un conto reale.
I tassi controllati da Federal Reserve sono rimasti invariati. È questo il primo dato che è emerso da ieri e che aveva spinto in alto Bitcoin e che gli aveva permesso di toccare quota 38.900$. Quota poi rapidamente persa nella solita fase di negoziazione molto volatile che segue gli annunci della più importante banca centrale del mondo.
Ma cos’è successo nello specifico e cosa sta terrorizzando i mercati, non solo quelli di criptovalute, ma anche quelli azionari. Tuttavia sono arrivate conferme, ancora una volta però a parole, di quello che la banca centrale farà nei prossimi mesi.
Con un orizzonte temporale per la cessazione degli acquisti di titoli di debito sovrano che diventa ora chiara (e piuttosto vicina nel tempo). È una misura della quale Powell aveva già parlato chiaramente a dicembre, ma che forse non tutti si aspettavano, in particolare per la turbolenza dei mercati, così vicina nel tempo.
Tuttavia non è sicuramente questa la decisione più preoccupante per le borse azionarie e neanche per il mercato delle criptovalute. È di tassi che si continua a parlare e saranno questi ad essere il futuro spauracchio dei mercati.
Powell ha fondamentalmente ripetuto quanto aveva detto già un mese fa, a dicembre. Ci sarebbero le condizioni infatti per innalzare i tassi a breve. Una mossa che servirà per cercare di contenere l’inflazione, che ormai per stessa ammissione di Fed è da considerarsi come fuori controllo.
Tassi più alti, dollaro che aumenta di valore relativo e giù praticamente tutti gli asset che vi sono prezzati, ovvero tutti gli asset finanziari del mondo finanziario che conta. Ma se non c’era nulla di nuovo nelle parole di Powell, perché i mercati hanno continuato a perdere terreno? Il tutto, poi, dopo un rapido boom di mercato che aveva addirittura portato $BTC verso quota 39.000$. Si tratta di aspettative, delle quali abbiamo già parlato e che meriteranno un ulteriore approfondimento.
Aspettative che ormai dovrebbero essere chiare: Fed potrà innalzare i tassi relativi all’economia USA anche più volte nel corso dell’anno. Una reazione però, e ce ne prendiamo tutta la responsabilità, ai limiti dell’isteria, per tutta una serie di considerazioni che faremo insieme a voi.
Nonostante ad esempio la BCE in Europa sia decisamente più dovish, ovvero meno aggressiva (non ha ancora parlato della possibilità di innalzare i tassi), la questione tassi USA è ormai sul tavolo da diverse settimane.
Non è stata ieri la prima volta che Powell ha confermato che le condizioni per alzare i tassi si stanno ormai realizzando. Nello specifico si parla di piena occupazione praticamente raggiunta e di buon livello di attività economica. Qualcosa che lascia spazio alla Fed per muoversi con maggiore libertà (o forse no, perché come vedremo più avanti ci sono anche delle questioni squisitamente politiche da tenere in considerazione).
Come era stato in realtà preventivato da diverse agenzie di analisi e da diversi operatori di mercato. Sembrerebbe improbabile vedere così tanti ritocchi verso l’alto, fossero anche soltanto di un quarto di punto percentuale. Con ogni probabilità il ritorno verso tassi pre-crisi, se mai ci sarà, sarà più graduale.
Ci bombardano da decenni sull’indipendenza della banca centrale, almeno nei paesi economicamente sviluppati, rispetto alla politica. In realtà le cose sono più complicate di così, e Fed dovrà comunque trovare anche sostegno politico per procedere in questo percorso di riduzione dell’inflazione.
La presidenza targata Joe Biden non sembrerebbe essere d’accordo con un atteggiamento particolarmente hawkish da parte di Fed – e questo non è ormai un mistero. Tassi più alti vogliono dire meno occupazione, meno crescita e anche maggiore difficoltà, indirettamente, per le esportazioni. Una situazione che nessun presidente, in nessun paese del mondo, vorrebbe affrontare. Sarà anche una battaglia politica, e non è detto che Fed la spunti.
Vale la pena aggiungere a questa nostra analisi, che si occupa di Bitcoin nel contesto macro che si sta delineando, qualche ulteriore elemento.
L’inflazione non può essere l’unico fattore da tenere in considerazione per la banca centrale federale. Come abbiamo visto poco sopra, ci sono in realtà anche considerazioni di carattere politico da fare, che non è detto che non riusciranno a prevalere.
Nel senso che hanno dimostrato di essere molto reattivi verso qualunque tipo di accenno ad una stretta. Possiamo immaginare questi movimenti come una sorta di guerra e di minaccia. Se Fed sarà troppo decisa nel tagliare l’inflazione, i mercati hanno ampiamente dimostrato di essere pronti a crollare.
Una lotta intestina all’economia USA che restringe il campo di libertà di Federal Reserve. Un altro fattore all’interno di una situazione già molto complessa, sulla quale non potranno che aggiungersi anche questioni elettorali.
In molti sembrano dimenticare che il 2022 sarà anche l’anno delle midterms, elezioni che rinnoveranno un terzo del Senato, il Congresso e anche i 2/3 dei governatori dei singoli stati. Elezioni importanti, che nessuno può permettersi di perdere, tanto meno una presidenza relativamente debole come quella di Joe Biden. Altro fattore di complessità da aggiungere ad una situazione già difficilissima da leggere per gli analisti.
Cosa ne sarà delle altre criptovalute? In una situazione macro del genere è difficile immaginare che Ethereum, ma anche Cardano e gli altri principali ecosistemi si discostino molto dall’andamento generale di mercato.
Sarà Bitcoin a fare da apripista e più in generale a trainare il mercato. Sempre ricordandoci della legge fondamentale che anima i mercati e forse ogni attività dell’uomo, ovvero quella dei rendimenti decrescenti: ogni spauracchio agitato da Fed avrà progressivamente degli effetti più ridotti. A meno di clamorose sorprese, il mare potrebbe iniziare a calmarsi.
Gary Gensler si dimette. Dal 20 gennaio 2025 non sarà più dei nostir. Non…
Per l'ETF di Solana si cominciano a muovere i primi passi. SEC avrebbe convocato…
Evita di essere il pollo della prossima bull run. Ecco come evitare di perderti…
Il report previsionale su Solana include analisi tecnica, fondamentale e di sentiment. Il prezzo…
Gary Gensler si dimette. Dal 20 gennaio 2025 non sarà più dei nostir. Non…
Aptos sgancia una bomba importante: USDC + cross chain + ancora collegamento con Stripe.…
Per l'ETF di Solana si cominciano a muovere i primi passi. SEC avrebbe convocato…
Lattina calciata ancora in là: i dati del lavoro USA non dicono NULLA. E…
Bitcoin segna nuovi ATH a 97.549 USD, mentre Ethereum delude con una crescita contenuta…
Vedi Commenti
Taglio tassi -> dollaro aumenta di valore -> salgono i rendimenti dei treasury
non riesco a comprendere cosa c'entra tutto questo con il crollo delle criptovalute
Gli investitori vendono le criptovalute per andare a comprare i treasury?
qualcuno può spiegarmelo?