È mania Bitcoin anche tra Congresso e Senato USA. No, non parliamo della possibilità che arrivino regolamentazioni più restrittive, ma del fatto che ben otto tra senatori e membri del Congresso hanno investito in cripto.
Anzi, principalmente in Bitcoin e poi in Ethereum, Dogecoin e anche in altcoin minori, almeno per capitalizzazione di mercato. Una situazione che comincia a delinearsi come fortemente bullish, dato che queste saranno le stesse persone che poi dovranno eventualmente votare leggi sul settore.
Il clima intorno a Bitcoin sta cambiando fortemente. E anche chi non avremmo mai pensato di vedere con le “mani in pasta” ora fa trading su BTC. Possiamo trovare Bitcoin come investimento anche sulla piattaforma eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito al 100% con strumenti fintech – intermediario che offre la possibilità di investire anche con avanzate funzioni fintech esclusive.
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Sono otto i politici americani di alto profilo che hanno Bitcoin e cripto
Le regole sulla trasparenza degli investimenti per i politici USA sono particolarmente restrittive, e questo ci permette di sbirciare tra gli asset che hanno o hanno avuto in portafoglio. La sorpresa di quest’anno è che sono diventati otto tra senatori e membri del Congresso ad avere Bitcoin o altre criptovalute in portafoglio.
C’è Ted Cruz – che sta facendo sforzi notevoli per una normalizzazione del settore – insieme a Cynthia Lummis, entrambi personaggi già conosciuti dal pubblico di Criptovaluta.it. Ce ne sono poi altri sei, che non hanno investito soltanto in Bitcoin ma anche in Cardano, Dogecoin e anche Ethereum.
Con qualche sorpresa tra le loro transazioni, dato che ci sono state sortite anche su BAT, EOS e anche Chainlink. Una situazione che forse in pochi si sarebbero aspettati e che ci restituisce una fotografia molto diversa rispetto a quella che forse ci aspettavamo.
C’è sempre una grande differenza tra quello che il “prete” dice e quello che il prete fa
Un segnale? Oppure la dimostrazione che si predica male e si razzola bene? In realtà tutti o quasi i politici USA che hanno in portafoglio Bitcoin o altre criptovalute si sono spesi pubblicamente per difenderne la legittimità, a partire da Cynthia Lummis e Ted Cruz.
Ma c’è anche un altro tema: abbiamo sempre parlato di quanto sia divisivo nella politica USA il mondo di Bitcoin. E abbiamo anche sempre sottolineato come in realtà i due partiti principali degli USA siano su posizioni fortemente contrapposte. Cosa che viene confermata anche dai portafogli. Sono infatti ben 7 i politici di area repubblicana che hanno Bitcoin o altre cripto in portafoglio, mentre ne è soltanto uno di area democratica.
Certo, gli equilibri potrebbero cambiare, ma per il momento non possiamo che descrivere questa situazione. E con le midterm di novembre ci sarà ancora maggiore attenzione al posizionamento dei politici sempre in relazione a Bitcoin. Con qualche politico che potrebbe spingere ancora di più sul gas in questo senso.
Senza dimenticare che ci sono anche politici più “locali” che stanno combattendo la stessa battaglia – anche tramite acquisti diretti o percependo il loro salire proprio in Bitcoin.
Ma anche i nostri politici hanno bitcoin in cassa, solo che il wallet è intestato alla cognata del nonno dello zio del cognato del nipote della migliore amica della moglie, il quale ha residenza in Liechtenstein, domicilio in Svizzera ma che è anche l’amministratore delegato di un’azienda con sede in un’isola sperduta nel pacifico della Micronesia, dove, su quest’isola non c’è niente è nessuno a parte la suddetta azienda.
🤒ho fatto fatica a ricostruire tutto.
Con tutto quello che ladrano non ne hanno bisogno… e come il mio capo 35Kw di fotovoltaico messo in ditta, chiaramente ha preso i soldi e non serve a un cavolo… gli ho detto miniamo crypto! pago io i miner, ripsosta ma che cavolo me ne faccio…
35kw?un po pochino amico!
Ogni 2 metri quadri di pannelli fanno un kw, quindi avete impegnato circa 70 metri quadri, di notte come alimenti?quando è nuvoloso come alimenti perché la resa scende, i pannelli al contrario di quello che si pensa rendono di più nelle stagioni intermedie primo per l’incidenza angolare del sole e poi perché d’estate con le alte temperature la resa diminuisce, il problema è questo dei pannelli, anche noi ne abbiamo, 10 volte quelli descritti da te, ma abbiamo anche un forno fusorio da 5 MEGAWATT di potenza.
Detto questo i soldi e il potere non bastano mai ad alcuni soggetti.