Lo avevamo annunciato in anteprima ieri su Twitter e oggi arrivano le conferme. Il governo canadese ha dato mandato a RCMP di investigare su più di 30 wallet cripto, che sono legati alle donazioni per il Freedom Convoy.
Una mossa mai vista prima, per intensità e per gravità, che ha già innescato una serie di proteste importanti anche tra chi vive lontano dal Canada. Qualcosa di cui abbiamo già parlato su Criptovaluta.it e che apre a nuovi e inquietanti scenari di repressione finanziaria.
Il tutto però è un’ottima notizia per il mondo cripto, che sta vedendo testata sul campo una delle funzionalità più importanti che incorpora. Con effetti anche sull’adozione a cascata che può innescare in termini di adozione. Possiamo investirci con eToro – richiedi qui un conto virtuale per crypto trading automatico – ne sono presenti più di 50, sulle quali potremo investire anche con strumenti molto avanzati.
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L’antefatto dovrebbe essere ormai noto a tutti. Ci sono veementi proteste ed occupazioni nella capitale canadese, alle quali il primo ministro Justin Trudeau ha risposto, per tramite del suo governo, prima bloccando i fondi raccolti da chi protesta tramite GoFundMe e poi tentando una sortita nel mondo di Bitcoin e in quello delle criptovalute in generale.
Come avevamo detto ieri su Twitter, erano 36 i wallet sotto inchiesta, che sono stati immediatamente blacklistati. In altre parole, è fatto divieto alle istituzioni finanziarie registrate in Canada interagire con questi wallet. La conferma è ora arrivata da un documento interno che sta circolando su internet, che riguarda la RCMP, ovvero la Royal Canada Mounted Police alla quale è stato conferito mandato di inoltrare tali indirizzi agli intermediari per bloccarne le transazioni verso il mondo della finanza regolamentata.
Ci sono indirizzi Bitcoin, ma anche di Cardano, di Ethereum, di Litecoin e Monero. Una situazione che però ci dice molto sull’attuale Status delle criptovalute, anche per questioni politicamente rilevanti.
Qualunque ne siano le ragioni, condivisibili o meno, nessuno avrebbe mai sospettato una stretta di questo tipo. Dall’altro però abbiamo la risposta solida di tutto il mondo cripto, con anche Monero che si è schierato in modo netto contro queste operazioni. La cosa più importante è che in realtà poco potranno fare le authority, perché i wallet rimangono comunque privati, senza possibilità di accesso da parte della polizia o di chiunque non ne abbia le chiavi. Potranno rendere più difficile la trasformazione in valuta fiat, ma null’altro.
E questo è uno dei motivi che avevano spinto alla nascita di Bitcoin, motivo che vedremo riproporsi esattamente in questi termini tra poco, con l’arrivo delle CBDC anche se in fase di test sulle principali economie mondiali.
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