L’Autorità francese di regolamentazione dei mercati finanziari (d’ora in poi, per brevità, AMF), ha annunciato di aver inserito nella propria blacklist oltre 20 siti web che si occupano di investimento e, in particolare, di trading di criptovalute.
La decisione dell’AMF, datata 26 settembre, contribuisce a bollare i portali individuati come siti web non autorizzati che offrono investimenti atipici e che forniscono informazioni non chiare sui rischi che caratterizzano questa forma di investimento finanziario.
Nel suo comunicato con il quale condivide la natura della decisione, AMF sottolinea altresì come la lista non sia comunque esauriente, e che già a marzo aveva aggiunto alla sua blacklist altri 15 siti Web, compresi alcuni relativi alla negoziazione di criptovalute e criptoasset, ricordando ai consumatori che nessun materiale pubblicitario dovrebbe far dimenticare il fatto che i rendimenti elevati comportano sempre un alto rischio.
La censura francese sui siti internet criptovalutari non particolarmente trasparenti in materia informativa sulle criptovalute si accompagna a similari decisioni che da diverse parti d’Europa sono giunte per mettere in guardia i consumatori sul rischio di una informativa non completa e non trasparente su uno dei più gettonati settori finanziari degli ultimi anni.
Una mossa simile a quella dell’AMF è stata infatti compiuta poche settimane fa da parte dell’Autorità belga dei servizi finanziari e dei mercati (FSMA), che ha aggiunto 28 nuovi siti alla sua lista nera a rischio di frodi criptovalutarie, e con l’occasione ha reiterato i suoi avvertimenti ai consumatori sul rischio di incontrare operatori fraudolenti nello spazio criptovalutario.
Ricordiamo sempre in tal proposito che l’AMF francese ha ricevuto questo mese nuovi poteri legali per concedere licenze a società che gestiscono Initial Coin Offerings (ICO). Il Ministro delle Finanze del Paese, Bruno Le Maire, ha detto che spera che il quadro giuridico per le ICO in Francia possa attirare investitori da tutto il mondo.
Stando alle nuove regole, prima di ogni emissione di token, la società emittente deve richiedere all’AMF una licenza, e fornire all’agenzia informazioni dettagliate relative all’offerta. Le misure sono progettate per fornire garanzie aggiuntive per le ICO, che l’AMF aveva precedentemente considerato come procedure ricche di rischi per gli investitori.
Ricordiamo che le ICO sono operazioni di primo collocamento di token sul mercato, e che per certi versi si tratta di operazioni similari alle ben più conosciute e regolamentate IPO, con cui una società quota sul mercato regolamentato per la prima volta le sue azioni. Contrariamente alle IPO, però, le ICO non sono disciplinate in maniera ferrea dal legislatore, con la conseguente assenza di garanzia per gli investitori che decidono di partecipare all’iniziativa.
In attesa che anche il quadro italiano possa completarsi in maniera più congrua, consigliamo tutti gli utenti interessati a partecipare alle ICO di assumere quante più informazioni sull’emittente e sulle caratteristiche dell’offerta, rammentando che si tratta pur sempre di operazioni ad alto rischio di partecipazione.
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