Ne avevamo già parlato sulle pagine di Criptovaluta.it: El Salvador avrebbe speso una parte dei proventi derivanti da Bitcoin per costruire un ospedale veterinario accessibile a tutti, offrendo così un servizio ai propri cittadini che in pochi possono permettersi.
Al prezzo simbolico di 0,25$ per ogni intervento, l’ospedale si sarebbe preso cura, secondo il progetto originario, di tutti gli interventi possibili compatibilmente con le risorse di cui sarebbe stato dotato.
Non lo abbiamo dimenticato – e anzi ne parliamo proprio oggi, dato che in serata dovrebbe avvenire l’inaugurazione – un piccolo momento di serenità in uno scenario internazionale preoccupante per Bitcoin ma non solo. La dimostrazione che con BTC si può fare anche del bene, e tanto.
Sarà necessario fare anche qualche considerazione sulla provenienza dei fondi, perché al momento l’investimento di El Salvador non ha prodotto enormi introiti – con una sorpresa che arriva direttamente dal ministro delle finanze di quel paese.
E sarà la prima delle iniziative anche benefiche che El Salvador ha intenzione di implementare seguendo in parallelo il suo cammino su Bitcoin. Abbiamo già parlato dell’antefatto nell’introduzione e in altri speciali dedicati a questa vicenda e nel corpo di questo nostro approfondimento sarà il caso di affrontare qualche altro aspetto di questa iniziativa.
L’inaugurazione, secondo quanto riportato da The Block, avverrà questa sera, dopo essere stata cancellata lo scorso 19 febbraio. L’ospedale è stato già ribattezzato Chivo Pets, ricalcando il nome del wallet statale che viene utilizzato ad El Salvador proprio per transare in Bitcoin.
Che è una cifra simbolica e che non rispecchierà l’effettivo costo degli interventi stessi. Si tratta questa di una misura annunciata da Bukele e che è l’anima dell’iniziativa: si tratterà di un ospedale veterinario per chi non avrebbe altrimenti possibilità di accedervi.
Ed è questo l’aspetto più interessante. In primo luogo perché si tratta di un progetto di beneficenza a tutti gli effetti che viene finanziato proprio da Bitcoin, in secondo luogo perché al prezzo attuale i gain di El Salvador non sarebbero poi molti. E qui si apre un’altra questione, che è stata affrontata dal ministro delle Finanze, che in realtà avrebbe ammesso che almeno per una porzione del fondo di El Salvador in Bitcoin avverrebbero degli scambi, che permetterebbero al paese di incassare comunque degli utili.
In realtà, in assenza di ulteriori precisazioni e dato che non possiamo sapere quale dei wallet appartenga a El Salvador, dubitiamo che ci sia del trading in senso stretto su Bitcoin. È più probabile che il ministro si riferisca ai movimenti del fondo che gli permettono di garantire la piena convertibilità.
Cosa che tra le altre cose era stata già spiegata tempo fa proprio da Nayib Bukele. Nel complesso non ci sarà comunque di che preoccuparsi, perché El Salvador continuerà come prevedibile ad accumulare BTC, e a sfruttarne la forza anche in termini di solidità finanziaria proiettata. Tutto questo mentre i Bitcoin Bond sembrerebbero essere già un enorme successo e potrebbero offrire al paese una via d’uscita dai classici canali di finanziamento tramite obbligazioni.
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