Quella in Ucraina continua ad essere una guerra ad alto tasso di coinvolgimento delle criptovalute. Poco fa abbiamo parlato delle relazioni tra Bitcoin e la popolazione, e ora è il caso di segnalare l’iniziativa di FTX, uno degli exchange e hub cripto più importanti del mondo.
Uno scambio che si schiera con il denaro e per quanto può, in un momento molto complicato per il paese, con le truppe russe che sembrerebbero ad un passo dalla conquista e con combattimenti che stanno coinvolgendo praticamente ogni area del paese.
FTX ha deciso di mettere a disposizione di ciascun utente ucraino una somma di 25$, simbolica ma non troppo in un paese dove, secondo le notizie che arrivano sui nostri giornali, sarebbe già difficoltoso da ieri ritirare contante dai bancomat e dove ci sono stati blocchi per la circolazione del denaro elettronico fiat.
Una situazione da incubo, dove 25$ su una App e in cripto forse non potranno fare la differenza, ma sono comunque un passo importante, che si accompagna alle tante donazioni private, tramite cripto, che stanno raggiungendo un buon volume.
Sarà la guerra delle cripto? C’è sicuramente qualcosa di più importante in ballo, che prescinde dalla nostra passione per le criptovalute, ma il fatto che per la prima volta si parli dei concreti utilizzi di tecnologie non censurabili e alle quali nessun governo può accedere senza l’autorizzazione del legittimo proprietario è sicuramente interessante.
Il regalo di FTX ai suoi utenti ucraini
FTX è uno dei più popolari scambi cripto al mondo, forse non in Italia, ma comunque a livello globale. Non sappiamo di preciso quanti siano gli utenti ucraini che frequentano la piattaforma, ma è comunque un gesto, quello di FTX, che merita di essere raccontato.
Come scritto da Sam Bankman-Fried, CEO del gruppo, direttamente tramite il suo account Twitter, ad ogni account ucraino che opera su FTX saranno consegnati, senza che sia necessario attivare alcunché, una somma di 25$. Trattandosi di denaro intra-piattaforma potrà essere anche rapidamente convertito nelle principali criptovalute e trasportato su wallet privati.
Una somma forse non rilevante per noi italiani e per gli altri europei, ma che in un paese falcidiato dalla guerra e dove ci sono problemi importanti in termini di accesso ai servizi bancari può aiutare a fare la differenza.
Tutto questo in un contesto dove pare che gli exchange locali abbiano già fatto registrare dei volumi molto importanti in termini di scambio a partire dai gironi subito precedenti l’invasione. Un segno che il popolo ucraino, nel momento della disperazione, oltre al bank run ha tentato la via delle cripto? Probabilmente sì, per uno scenario che ci auguriamo non capiti più, ma che probabilmente diventerà sempre più comune negli scenari di guerra.
Si aggiungeranno altri exchange?
Binance ha confermato ieri di aver messo tutti i suoi dipendenti in Ucraina in sicurezza e aveva anche fatto anche intendere che potrebbe avviare altri tipi di iniziative. Qualcosa che andrà ovviamente confermato nel tempo e che per il momento rimane soltanto un’ipotesi.
Sta di fatto che i grandi gruppi del trading e per lo scambio di criptovalute diventano sempre più visibili, rilevanti e importanti. E questo è un buon segnale non solo per gli appassionati di cripto, ma anche per chi crede che questo settore possa diventare una rivoluzione gentile.