I chip per il mining Bitcoin sviluppati da Intel sono già un enorme successo. Non solo ci sono già in ballo degli ordini importanti da parte del gruppo gestito da Jack Dorsey, ma anche l’interesse fattivo e contratti chiusi con i principali attori del mercato.
Ora è arrivato anche l’accordo con HIVE, una delle società di mining più importanti del mondo, che ha diffuso un comunicato stampa con i termini, seppur sommari, con il re mondiale dei chip. Un re dei chip che prova a rinnovarsi dopo che ha rischiato di rimanere spodestato a causa di un interesse dei mercati sempre minore verso le architetture che produce.
Un accordo importante sia sotto il profilo del mercato per Intel, sia per capire come si sta muovendo anche per i prossimi anni il mining Bitcoin, che è da sempre un ottimo termometro dello stato di salute dell’intero settore.
C’è stato un annuncio ufficiale che è stato diffuso sul sito ufficiale di HIVE che riguarda sia l’acquisto di nuovi ASIC performanti da parte di Intel e anche un accordo per l’energia rinnovabile in Texas, tutto all’interno di un piano di espansione negli USA ben dettagliato per il gruppo, che ricordiamo essere di origini canadesi nonostante sia quotato anche al NASDAQ.
L’accordo riguarda l’acquisto dei nuovi chip di Intel che saranno poi incorporati in macchine finite per il mining di Bitcoin. Un accordo di tipo ODM che integrerà i chip di Intel all’interno di macchine per il mining a raffreddamento ad aria, per un accordo con consegne che partiranno dalla seconda metà del 2022. Tutti i chip verranno poi consegnati nell’arco di un anno, per una quantità molto rilevante per il gruppo, dato che successivamente alla consegna avrà aumentato del 95% il suo hashrate.
Un successo non solo per HIVE, ma anche per Intel, che almeno a leggere quanto viene diffuso dai principali media americani avrebbe già raccolto una quantità molto importante di ordini.
Dopo mesi di pianificazione molto attenta, siamo molto felici di fare questo passo in avanti con un leader della tecnologia globale come Intel. HIVE si impegna ad implementare questi chip di nuova generazione nella sua infrastruttura green.
Questo il commento di Aydin Kilic, che è presidente di HIVE e che ha colto l’occasione del comunicato per rendere pubblico parte del cammino dell’azienda anche negli USA. Un cammino che prevederà, e questa è forse la cosa più importante e interessante, anche impegni per il recupero di energia green e quindi per abbattere le emissioni che sono collegate ai processi di mining.
HIVE conferma dunque, e questo è in linea con quanto stanno già facendo anche gli altri imperi del mining Bitcoin, ovvero cercare di ridurre i consumi (e questo lo garantisce Intel con i suoi nuovi chip) e dall’altro lato abbattere le emissioni. E questo sarebeb garantito dall’accordo con il Texas.
Noi ne abbiamo parlato in dettaglio, sfatando anche diversi miti, con Federico Rivi, analista e specialista del settore che ci ha aiutato a riportare la cosa nell’alveo della realtà. 30 minuti molto interessanti, che consigliamo a tutti, in particolare a quelli particolarmente preoccupati per i risvolti ecologici di Bitcoin.
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