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Bitcoin NON sarà bannato! | UE vota contro emendamento anti-PoW

3 anni fa
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C’eravamo tanto preoccupati per nulla? No, anche se la notizia che arriva oggi dal Parlamento UE, o meglio, dalle sue commissioni, è di quelle importanti. Secondo quanto diffuso dalle principali testate che si occupano di criptovalute, gli emendamenti che avrebbero costituito de facto un ban della Proof of Work sono stati cassati.

Un’ottima notizia, anche se non definitiva, su quella che sarà una battaglia ancora lunga da combattere in Europa, dove gli interessi di chi è contro Bitcoin si intersecano con movimenti ecologisti che, almeno a nostro avviso, no hanno compreso la questione a fondo.

Europa contro il ban Bitcoin – 32 per il no 24 per il si

Tutto questo mentre il mercato sembra disinteressarsi completamente della questione. Potremo sfruttare però il sospiro di sollievo innescato da questa notizia con la piattaforma eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP dei SERVIZI Premium – servizio che propone davvero il top per quanto riguarda tanto i listini quanto i servizi che abbiamo a disposizione per fare trading.

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Torna la tranquillità sul breve: cosa succede in UE?

Secondo diversi report uno degli emendamenti che avrebbe potuto far pensare ad un ban della Proof of Work come sistema di validazione è stato cassato. E quindi non dovremo preoccuparcene, almeno sul breve periodo. Bitcoin può così tirare un sospiro di sollievo, con i mercati che in realtà non avevano per niente tenuto il loro fiato in sospeso.

Il prezzo di $BTC, che è il cripto asset che più avrebbe risentito di un possibile ban, è rimasto fondamentalmente inalterato. Così come era rimasto inalterato quando l’emendamento era tornato a fare capolino. Sempre secondo quanto è stato diffuso dalle principali testate, il voto sarebbe stato di 32 contrari contro i 24 favorevoli, segno questo che le pressioni della community è stata tale da sventare, almeno sul breve, il pericolo.

Perché parliamo di breve? Perché la questione in seno all’Unione Europea è a nostro avviso ancora in ballo. Certo, con ogni probabilità a questo punto il MiCA, il framework regolamentare per il mondo cripto, non tornerà a parlare di possibili ban per questo tipo di attività, ma c’è comunque da continuare a rimanere in guardia, perché l’assalto dei detrattori non finisce qui e l’intero ecosistema dovrà sopportare altri assalti, altre possibili leggi e altri possibili attacchi al suo pacifico svolgimento.

I mercati taciturni: come possiamo leggere questo evento?

I mercati si sono dimostrati molto taciturni sull’intera vicenda. Certo, potrebbero aver scontato in passato l’eventualità di un ban de facto dei sistemi Proof of Work, anche se non è sembrato essere questo il caso, perché anche qualche settimana fa avevano bellamente ignorato l’evento.

Che l’Europa sia diventata poco rilevante sullo scenario europeo? O invece nessuno di chi poi deve mettere denaro sui mercati aveva ritenuto possibile un ban? Probabilmente più la seconda che la prima, con uno scenario comunque poco edificante per l’Europa, player troppo piccolo in questa rivoluzione.

Tutto questo mentre a pochi passi da casa, ovvero in quel di Lugano, si parte con il Plan B, prima di una serie future di iniziative che potrebbero cambiare lo scenario anche politico di Bitcoin. Bruxelles è avvisata: difficilmente le rivoluzioni si possono fermare a colpi di legge!

Prima di chiudere, senza alcun tipo di preoccupazione effettiva, invitiamo però tutti a seguire il futuro iter legislativo europeo in tema, che potrebbe ancora avere dei colpi di coda e riportare in auge la questione.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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