Ottima settimana per Bitcoin, che supera senza grosse preoccupazioni il FOMC di Fed, il solito FUD che questa volta arriva dalla Banca d’Italia. Segno di forza: perché neanche il FUD in vecchio stile sembrerebbe in grado di attaccare il protocollo e il prezzo del coin.
Brutti segnali per Bitcoin? No, ottimi, perché nella prima economia del mondo (dove pure ha diversi avversari) in realtà è già pienamente considerato un asset, addirittura per il proprio fondo pensione.
L’iperbitcoinizzazione è già cominciata. E possiamo cavalcarla anche investendo tramite eToro – vai qui per richiedere un conto virtuale gratuito con ANALISI e FINTECH – cioè con un intermediario che offre davvero il top per quanto riguarda tanto gli investimenti classici quanto quelli automatici.
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La fotografia che potremmo fare è assolutamente impietosa. L’ultima settimana da parte delle autorità europee e italiane a tema Bitcoin ha seguito quel canovaccio che tanto piace a chi vuole terrorizzare il pubblico. Abbiamo infatti avuto prima l’intervento di ESMA, con quel pizzico abbondante di FUD per tenere lontani gli investitori.
Poi abbiamo avuto un’intervista lunare di Massimo Doria, capo servizio strumenti di pagamento di Banca d’Italia, che ha fatto delle affermazioni molto gravi – seguendo la fake news diffusa da Reuters e da noi sbugiardata – dicendo di avere la certezza che i russi abbiano utilizzato Bitcoin per aggirare le sanzioni. Su cosa è basata questa convinzione? Sul fatto che in Russia siano aumentati i volumi di scambio sulle criptovalute e su $BTC.
A meno che non abbia prove che abbia deciso di non diffondere tramite intervista, in realtà c’è ben poco a sostegno della sua tesi. I soggetti in Russia che sono sottoposti a sanzioni sono vicini a Putin, sono nell’ordine di poche decine e hanno bisogno di spostare asset che sono congelati presso banche europee o americane. Non hanno bisogno di Bitcoin per operare con i loro capitali in Russia e verso l’enorme numero di paesi che non ha (ancora?) sottoposto il paese a sanzioni.
L’aumento delle transazioni sul network Bitcoin è spiegabile, in modo più congruo con la realtà, dal crollo del rublo e dal terrore che i propri risparmi non valgano più nulla. E anche dal fatto che all’estero le carte VISA e Mastercard non siano più funzionanti. Per chi si trova all’estero è un problema ENORME e in qualche paese si sta proprio ricorrendo a questo per ottenere pagamenti dai cittadini russi. Come nel caso della Thailandia di cui abbiamo già parlato. Se poi Banca d’Italia ha delle prove dell’aggiramento di sanzioni per miliardi di dollari tramite rete Bitcoin, saremo sicuramente disposti a ritrattare. I dati registrati sulla blockchain raccontano però una storia diversa.
E anche i dati che arrivano dagli exchange: perché è vero – e abbiamo raccontato anche questo – che in Russia i volumi siano aumentati. Ma è altrettanto vero che in termini di scambi siamo rimasti entro limiti ben inferiori agli 80 milioni di dollari quotidiani nei momenti di picco. E cosa vuol dire questo?
Vuol dire che con volumi del genere non si può aggirare nessuna sanzione in modo significativo. O comunque non in modo diverso che ricorrendo alle tante banche extra UE e USA che offrono ancora operatività da e per la Russia, con sistemi alternativi a SWIFT.
Negli USA le cose stanno diversamente, per quanto la situazione politica sia comunque controversa riguardo Bitcoin. Basta farsi un giro sui siti delle società che offrono investimenti per i piani pensionistici personali o per quello che è una sorta di equivalente del nostro TFR. Ne sono nati diversi che offrono l’opportunità proprio di investirli in Bitcoin e talvolta anche in altre cripto. Qualcosa che non sarebbe forse neanche immaginabile dalle nostre parti, dove si parla ancora di piramide di bit e di moneta da delinquenti.
Tutto questo mentre anche al più alto livello politico, ovvero al Congresso e al Senato sono ormai diversi i politici che guardano seriamente a Bitcoin. E non, come puntualmente accade dalle nostre parti, soltanto allo scopo di definirne il prelievo fiscale.
Una situazione impietosa, dato che parliamo di un paese dove SEC ancora proibisce la quotazione di ETF basati sulla replica fisica di Bitcoin. E questo dovrebbe essere motivo di ulteriore preoccupazione per noi europei e noi italiani. Con la parziale soddisfazione di poter operare per fatti nostri con intermediari come Coinbase – vai qui per il iscriverti gratis – cercando di operare con le nostre finanze per conto nostro, ma senza che chi offre prodotti strutturati possa effettivamente ricorrere a $BTC per le sue offerte.
Dovrebbe mancare poco, a meno di qualche ritardo di carattere tecnico. Un piccolo, anzi piccolissimo paese emetterà dei Bitcoin Bond, trasformando questo protocollo in una speranza di indipendenza finanziaria.
Qualcosa che prima di Bitcoin sarebbe stato impossibile anche soltanto da concepire, in particolare in un paese che, lo ricordiamo, vive giorno per giorno con il dollaro USA. La trimurti delle banche centrali, del Fondo Monetario Internazionale e dei soloni economici continuerà ad attaccare Bitcoin. Il perché lo ha magistralmente spiegato Giacomo Zucco nella nostra intervista.
Spiace per il Fondo Monetario Internazionale ma Bitcoin sarà costretto a regolare il FMI. Bitcoin è una moneta che vive di regole, regole matematiche, regole sulle firme.
Ed è forse proprio questo che fa paura, altro che truffe, aggiramento di sanzioni e volatilità.
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