Passateci il gioco di parole, ma non è MiCA finita. Come fa notare Stefan Berger, il politico UE che è a capo della proposta di framework per le criptovalute e Bitcoin ci sarà un’altra importante tappa per scongiurare il ban del PoW su tutto il territorio europeo.
Qualcosa che avevamo già anticipato e che, sebbene non sia fonte di grande preoccupazione, andrà comunque valutato con attenzione. Le giornate decisive sono domani e dopodomani, per un processo che potrebbe allungarsi a dismisura e riportare sul tavolo quanto si era cercato, con reazioni piuttosto forti, di scongiurare.
Socialisti e Verdi potrebbero avere i numeri per riportare la questione sul tavolo. Cosa che non vuol dire che passerà, ma che comunque ci ricorda come la battaglia a tutela di Bitcoin e del suo sistema di validazione sia ancora più che aperta, in un continente in cui i politici non sembrerebbero aver ben inteso quale rivoluzione abbiamo effettivamente davanti.
Vediamo insieme dalla viva voce di Berger quali sono i rischi che stiamo effettivamente correndo in termini di ban per il PoW e dunque di Bitcoin anche per le transazioni di investimento.
Socialisti Europei e Verdi potrebbero tornare alla carica
L’importantissima partita per Bitcoin si giocherà nei prossimi due giorni, ovvero tra il prossimo 23 marzo e 24 marzo. Il testo del MiCA è stato approvato senza i terribili emendamenti che puntavano a far fuori Bitcoin e tutte le criptovalute che utilizzano un sistema di validazione basato sui calcoli e dunque sul consumo di energia e che possono causare emissioni importanti.
Una mossa folle, che sarebbe ancora più assurda se dovessimo trasferirla idealmente su altri tipi di prodotti e servizi. Immaginate il ban di magliette o di jeans fatti fuori dall’Europa se chiunque abbia partecipato alla sua realizzazione non dovesse poter dimostrare l’utilizzo di energia pulita o un piano per cominciare ad utilizzarla in via totalitaria. Impossibile da applicare, giusto? Ora immaginate che venga bandito anche il trading di azioni di quelle aziende che per gli stabilimenti extra-UE non sono in grado di offrire un piano di sostenibilità secondo i canoni imposti da UE. Una doppia follia, che nessuno si sognerebbe di far passare.
Bitcoin però, e a nostro avviso per altri motivi, è un bersaglio relativamente facile, perché a qualcuno è particolarmente antipatico per motivi che prescindono il suo supposto consumo e la sua supposta responsabilità in termini di emissioni. Non sarà sicuramente una criptovaluta green, ma questo problema è enormemente ingigantito, come abbiamo dimostrato insieme a Federico Rivi all’interno della nostra intervista.
Un’intervista che rilanciamo qui, dato che è più che mai calzante con il tema che stiamo affrontando e con il nuovo assalto, supposto, da parte di diversi parlamenti europei alla solidità di Bitcoin e anche alla sua stessa esistenza.
Cosa c’è in ballo? Lo spiega Berger
La paura ha cominciato a serpeggiare tra gli appassionati durante la serata di ieri, quando Berger ha pubblicato una serie di Tweet per spiegare quale sarà l’iter e quali saranno le possibili difficoltà. È in tedesco, ma forniremo un riassunto tra poco.
La prima commissione ha seguito il mio suggerimento e ha accettato il nostro rapporto MiCA senza il ban sul PoW. Avrò mandato per discutere a tre con Commissione e Consiglio. Tuttavia il mandato è ancora oggetto di impugnazione, se saranno raccolti almeno 1/10 dei parlamentari. Nel caso in cui tale impugnazione dovesse avvenire, in aprile si dovrà votare il mandato in sessione plenaria del Parlamento Europeo. Se la maggioranza della plenaria dovesse essere contraria al mandato, MiCA verrà rivotato da zero. C’è la possibilità che si re-introduca il Ban al PoW durante la votazione con l’introduzione di nuove mozioni. Un’impugnazione da parte di Socialisti e Verdi potrebbe essere fatale e MiCA potrebbe subire dei ritardi di mesi. Il 23 e il 24 marzo verrà presa queste decisione e vedremo se gli avversari di PoW e Bitcoin faranno un altro tentativo.
C’è dunque la possibilità che si torni a votare il PoW Ban e dunque il Bitcoin Ban in plenaria, con qualche caveat però. Non è detto che S&D e Verdi riescano a raccogliere una maggioranza intorno a questo specifico ban, con l’unico rischio che sarebbe quello di vedere MiCA procrastinato.
Cosa che è la principale preoccupazione, tra le righe, di Stefan Berger. Noi, e lo scriviamo nero su bianco, pensiamo che sia impossibile o quasi a questo punto vedere operativo un ban su Bitcoin anche nel caso di votazione alla plenaria. La situazione però, come sempre, potrebbe evolversi molto rapidamente. E quindi continueremo a seguirla da vicino proprio sulle pagine di Criptovaluta.it.