Si chiama Satoshi Island, è a Vanuatu, nel mezzo dell’oceano Pacifico, e punta ad essere un porto sicuro per gli appassionati di criptovalute (e non soltanto per i Bitcoiners a dispetto del nome).
Un progetto sicuramente ambizioso, del quale hanno già parlato diverse testate internazionali e che ci siamo decisi ad approfondire per offrire un recap per quanto possibile completo al nostro pubblico di affezionati lettori.
A prescindere da chi vorrà trasferirsi o meno nell’isola (praticamente agli antipodi rispetto all’Italia) si tratta di un’ottima notizia per Bitcoin e per le criptovalute. Possiamo investirci con eToro – vai qui per ottenere un conto gratuito di prova con il top degli STRUMENTI PROFESSIONALI – intermediario che ci offre la possibilità di operare su 59+ criptovalute, tutte scelte tra il top del mercato.
Le stesse, almeno sulla carta, che dovrebbero essere utilizzate a Satoshi Island. Abbiamo inoltre a disposizione anche il CopyTrader, sistema che ci permette di investire nella copia dei migliori trader, oppure di investire in modo diversificato tramite gli Smart Portfolios. Ci bastano poi 100$ per passare ad un conto reale.
Il progetto in realtà è partito tempo fa. La Satoshi Island è un’isola di proprietà privata che strizza l’occhio al mondo dei cripto investitori e che offre la residenza ricorrendo addirittura a dei NFT. Un sistema innovativo, in una giurisdizione piuttosto lassista per quanto riguarda le regolamentazioni e che può effettivamente offrire un safe harbor, un porto sicuro anche per gli investitori.
Un’isola di dimensioni ridotte ma importanti, ove creare una community di appassionati che utilizzeranno suddette cripto – e non solo Bitcoin anche per le transazioni. Si tratta dell’isola di Lataro, che è stata appunto ridenominata in Satoshi Island in onore di Satoshi Nakamoto, il misterioso fondatore di Bitcoin. Ma procediamo con ordine, per capire chi si cela dietro questa iniziativa e quanto credito gli si possa dare, motivo per il quale abbiamo preferito approfondire invece di limitarci a rilanciare la notizia.
In primo luogo perché probabilmente la società che gestisce il progetto vi ha trovato un’isola in vendita, appunto l’isola di Lataro. In secondo luogo perché in realtà Vanuatu offre una legislazione molto interessante per quanto riguarda la tassazione, il trading e anche le criptovalute.
Il governo del paese è stabile e sotto questo aspetto, per quanto si tratti di un paese che in passato è stato nella blacklist finanziaria di OECD. Si tratta pertanto di un luogo ideale per questo tipo di iniziative. Non siamo più in blacklist ora e i business di carattere finanziario spopolano.
Tutti i dettagli, per quanto parchi siano, si possono trovare sul sito ufficiale del progetto. I diversi lotti immobiliari potranno essere acquistati tramite NFT.
Anche la cittadinanza può essere ottenuta tramite NFT, con qualche caveat che però va sicuramente segnalato. Non si tratta della cittadinanza di Vanuatu, così come è spiegato sul sito ufficiale del progetto. Non avremo pertanto accesso ad alcun tipo di diritto accessorio anche nel caso in cui dovessimo acquistare tale cittadinanza.
Si tratterà di un NFT che offrirà alcuni diritti di governance, che non sono stati ancora esplicitati. Ci saranno poi altri diritti collegati, che in alcun modo però atterranno a quanto ci aspetteremmo da un normale passaporto.
Uno dei più famosi “architetti del metaverse“, che offrirà le sue soluzioni modulari una volta che il progetto prenderà piede. Anche in questo caso possiamo fare riferimento a quanto è presente sul sito ufficiale.
James Law è uno dei Young Leaders del WEF e un personaggio relativamente conosciuto nell’ambiente. Segno dell’affidabilità del progetto? Non definitivo, ma comunque un buon segno, che però andrà messo in comparazione con quanto di questo progetto deve essere ancora definito.
Niente di particolare per ora, ma per chi fosse già partito per la tangente vale la pena di ricordare qualche aspetto del progetto:
È vero che l’isola è di proprietà privata, ma questo non vuol dire che si riuscirà a portarlo a termine. Sono valutazioni da fare per chi sta pensando di trasferirsi.
Caro Mr Toyak, sono felice di scriverti a supporto per il progetto della Satoshi Island. Questa lettera di supporto si aggiunge a quella del Ministro dell’Economia datata 8 luglio 2021. La proposta per lo sviluppo di una città smart e sostenibile allo stato dell’arte è una prospettiva interessante per Vanuatu e non vediamo l’ora di mettere a frutto le opportunità che offrirà ai residenti e ai loro affari. In quanto paese in via di sviluppo Vanuatu è sempre alla ricerca di modi per attirare investimenti e persone verso il nostro paese. Con le difficoltà causate dal COVID-19, che ha colpito in modo concreto il settore del turismo, Vanuatu è alla ricerca di soluzioni innovativo per far crescere la propria economia. Ho avuto già interazioni con il team della Satoshi Island e mi è stata fornita garanzia che obbediranno alle leggi di Vanuatu ora e in futuro. Con questo tipo di garanzia fornita, il Governo di Vanuatu dà il benvenuto al progetto Satoshi Island e alla sua comunità. Siamo in attesa di vedere gli sviluppi e l’arrivo della nuova comunità.
Una lettera accorata, da parte del primo ministro di uno stato che non sarà tra i più conosciuti, ricchi o popolosi al mondo, ma che per qualcuno sarà una sorta di conferma della bontà del progetto.
Rimane un problema. Nel senso che siamo a pochi passi dalla Nuova Caledonia uno dei posti più difficili da raggiungere al mondo. Sono oltre 4 ore di volo da Melbourne, che non è esattamente dietro l’angolo né per gli europei né per gli americani.
Staremo a vedere. Quello che sappiamo per ora è che le intenzioni sono buone, che probabilmente ci sarà ancora un po’ di hype ma che al tempo stesso ci saranno diversi concorrenti nei prossimi anni. Dalla Bitcoin City di El Salvador passando per Lugano, decisamente più raggiungibile almeno dall’Europa.
Il lato più positivo? Il fatto che le cripto, anche per scopi pubblicitari, siano ormai parte del discorso pubblico. E che lo saranno sempre di più nel corso dei prossimi mesi e dei prossimi anni. Anche qui qualcosa che difficilmente avremmo potuto immaginare per Bitcoin, per Ethereum e per le altre a maggiore capitalizzazione. Che con ogni probabilità saranno tutte parte dell’esperimento di Satoshi Island.
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