L’UE non molla la stretta sul trading, anzi continua a colpire la leva finanziaria nell’ipotesi che questo possa aiutare a proteggere i traders da investimenti potenzialmente pericolosi. Ad agosto l’ESMA (autorità europea in materia di controllo delle operazioni finanziarie) ha limitato fortemente la possibilità di investire in leva su strumenti derivati speculativi, cosa che ha raccolto molto malumore all’interno della community italiana di speculatori. Questa norma avrebbe semplicemente dovuto rappresentare una fase di transizione, ma questa è appena stata prolungata di altri tre mesi.
Proprio il sito ufficiale di ESMA ne ha dato la notizia ieri, annunciando la proroga. Anche questa volta, la reazione dei traders non è tardata ad arrivare: sui social e nei forum di settore si è scatenato tutto il malcontento della community europea. L’augurio comune è che questa possa essere veramente recepita ed ascoltata dalle autorità, perché al momento il trading di CFD sulle criptovalute è possibile al massimo in leva 1:2.
La principale motivazione che spinge l’ESMA a regolamentare il mercato in questo modo è il timore che una leva finanziaria troppo alta possa condurre i meno esperti a perdere facilmente il proprio denaro per via della volatilità delle criptovalute. Queste non sono state l’unico asset soggetto alla normativa, ma al momento è quello su cui la leva finanziaria praticabile è più bassa.
Per consentire ai traders esperti di continuare ad operare con una buona leva finanziaria, è stato predisposta una tipologia di conto per professionisti che non è soggetta alle strette normative introdotte ad agosto. Quel che i traders contestano, in ogni caso, è che il modo con cui è stata impostata la legge non consente a chi ha semplicemente tanta esperienza nel trading di accedere all’account professionale. Il trading online di criptovalute nasce proprio per rendere possibile anche a chi non ha mai avuto esperienza nei mercati professionali l’accesso ai mercati mobiliari. Questa è stata la filosofia che ha spinto decine di migliaia di persone ogni hanno ad unirsi ad una community crescente ed in costante fermento.
Sarebbe altresì possibile obbligare i broker ad informare meglio gli utenti sulla leva finanziaria e poi consentire agli utenti di impostare il livello desiderato con cui operare. Il fatto di limitare semplicemente le possibilità degli speculatori nuoce soprattutto a chi, con duro impegno e dedizione, è riuscito a fare del trading online un lavoro vero e proprio.
Il vero interrogativo riguarda quel che succederà al termine di questo periodo in cui le limitazioni sono in vigore. Può darsi che le autorità europee si accorgano di quanto questi limiti stiano danneggiando una community numerosa sulla base di pochi dati raccolti; può darsi che invece venga deciso di limitare anche in futuro il livello di leva utilizzabile. L’indagine della commissione è riservata e sono sempre poche le notizie ufficiali presenti sul sito. Dovremo rimanere in attesa di aggiornamenti per scoprire in quale direzione verrà deciso di muoversi.
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