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Grayscale pronta a far causa a SEC | Perchè? ETF Bitcoin a replica fisica

3 anni fa
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Grayscale, che i nostri lettori conosceranno come il gestore del fondo privato più importante al mondo su Bitcoin vuole giocare sul serio con SEC. 

Dopo che l’agenzia che negli USA si occupa di regolamentare i mercati ha rifiutato l’ennesimo ETF a replica fisica su Bitcoin le cose potrebbero farsi molto più serie, con il gestore del fondo che si è detto pronto a prendere la strada per il tribunale, per portare davanti al giudice proprio l’authority. 

SEC potrebbe finire in tribunale a causa del rifiuto sugli ETF Bitcoin a replica fisica

Si tratterebbe di una prima volta per SEC, almeno nel campo cripto, dato che l’agenzia si trova sempre o quasi dal lato dell’accusa, cosa che ad esempio si è verificata con Ripple, all’interno di un procedimento legale che vedrà con ogni probabilità soccombere proprio la agency

Grayscale potrebbe essere anche appoggiata da altri gestori di fondi (di rilevanza maggiore) in questa sua avventura? Lo vedremo nel corso del nostro approfondimento. Rimane comunque certo il fatto che per SEC potrebbe mettersi male, perché si troverebbe obbligata a spiegare tante sue decisioni oscure al grande pubblico dal pulpito di un tribunale. 

Grayscale dice di non aver paura di SEC

Lo scontro sugli ETF su Bitcoin a replica fisica sta diventando un tormentone. Quasi tutti i grandi gestori di fondi hanno proposto il loro, pur non trovando fortuna almeno negli Stati Uniti. Fortuna che ad esempio società come Fidelity hanno trovato in Canada e in Europa

Una posizione inspiegabile, che arriverebbe direttamente da Gary Gensler che è a capo della agency è che ormai da tempo causa diversi malumori sia tra gli operatori di settore, sia tra chi gestisce appunto fondi. 

Rimane infatti de facto obbligatorio far replicare agli ETF il prezzo dei futures al CME di Chicago, cosa non solo inspiegabile sul lato tecnico, ma che porta i gestori dei fondi a sopportare costi più importanti. Il caso di Grayscale è ancora diverso: il gruppo gestisce già un fondo privato (e dunque non quotato in borsa) di importanti dimensioni e si era dichiarato pronto a convertirlo in ETF. Conversione che però, come è noto, è stata rimandata (e sarà probabilmente negata). 

E da qui la seconda parte della vicenda, con Grayscale che si è detta pronta a tornare alla carica, questa volta però con il supporto del tribunale. Cosa che è stata ribadita anche da Michael Sonnenshein durante un’intervista per Bloomberg. Intervista che ha confermato che tutte le opzioni sono sul tavolo, se dovesse arrivare un altro rifiuto. 

I grandi gruppi provano a fare squadra?

Quello dei fondi non è un ambiente per ragazzini. La lotta è serrata per portarsi a casa delle commissioni di gestione importanti ed è raro vedere collaborare i grandi nomi del settore. Tuttavia l’assurda situazione che si sta confermando negli USA potrebbe portare ad amicizie particolarmente strane. 

È questo quanto si auspica anche Grayscale, che per l’appunto ha invitato anche gli altri investitori e gestori di fondi a fare fronte comune e a cercare di comunicare, con le buone o con le cattive, con il legislatore prima e con i regolatori poi

Una situazione che, ripetiamo, è assurda: prodotti che vengono ritenuti sicuri, ovvero gli ETF a replica fisica negli USA sono ritenuti senza alcun tipo di motivo concreto come non sicuri negli USA, giurisdizione all’interno della quale i fondi hanno sempre avuto una certa libertà.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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