Continua l’assalto dei grandi gruppi del mining al NASDAQ. Il prossimo a quotarsi potrebbe essere infatti PrimeBlock, sempre tramite SPAC, andando così a fare compagnia a diversi dei grandi conglomerati che possono essere già scambiati presso la più grande borsa del mondo.
Un’ottima notizia per PrimeBlock, così come lo è per l’intero comparto, che nonostante continui ad essere nell’occhio del ciclone in diverse zone del mondo, nei paesi effettivamente avanzati sul piano tecnologico viene giustamente considerato come una risorsa in grado di generare ricchezza, benessere e posti di lavoro.
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PrimeBlock vuole sbarcare al NASDAQ: ecco come lo farà
PrimeBlock è uno dei conglomerati dedicati al mining Bitcoin più importanti su scala mondiale. E così come Riot, Hive, Hut8 e Argo sarà presto scambiato all’interno della più importante borsa tech del mondo, ovvero il NASDAQ.
Il tutto tramite SPAC, modalità che è oggi la preferita da parte delle aziende per quotarsi sulle borse USA, nonché procedura più rapida e meno incerta. La società ha ottenuto anche 300 milioni di dollari di finanziamento tramite equity, segno anche questo del grande interesse che questo comparto continua a destare tra gli investitori.
L’operazione dovrebbe arrivare a conclusione nella seconda metà del 2022, data che segnerà l’avvio degli scambi al NASDAQ, dove PrimeBlock sarà accompagnata dall’avvio degli scambi.
Il tutto mentre SEC comincia a stringere sulle quotazioni tramite SPAC, che con ogni probabilità diventeranno molto più restrittive nei prossimi mesi. Cosa che però non dovrebbe in alcun modo ostacolare il cammino di PrimeBlock, azienda comunque molto solida e la cui quotazione, ad oggi, si aggirerebbe intorno a 1,25 miliardi di dollari complessivi.
Il mining Bitcoin è qui per restare, nonostante gli attacchi
I mercati hanno già parlato e continuano a parlare senza alcun tipo di dubbio. Le società che fanno mining di Bitcoin e che sono già quotate sono scambiate su livelli di marketcap molto interessanti e vedono nel loro capitale anche grandi soggetti istituzionali.
Segno che nessuno o quasi crede nel potenziale successo delle campagne di Greenpeace che vorrebbero far passare Bitcoin ad un sistema di validazione PoS a tutela dell’ambiente. I grandi gruppi finanziari, che poi hanno il polso della situazione più degli investitori retail puntano forte sulla resistenza, politica e tecnologica, di Bitcoin e del suo mining.
Noi ne abbiamo parlato anche sul nostro canale Youtube, così per fissare in modo più realistico l’effettiva portata di questa campagna: e la prossima quotazione di PrimeBlock sembrerebbe propendere proprio per la nostra lettura degli eventi.
Cosa farà l’Europa?
Tutto questo mentre in Europa si è sventato il ban del PoW ma dove al tempo stesso non si riescono ad attirare miner in numero sostanzioso, nonostante sarebbe una situazione di enorme beneficio per l’Europa stessa.
Il prossimo treno per le economie digitalizzate sarà anche questo, e un ritardo da parte della politica UE potrebbe essere il funerale di qualunque velleità di questo tipo di sviluppi. Noi come Criptovaluta.it continueremo a batterci sempre per un approccio più intelligente all’intera questione. Perché se inquinamento e consumi si vogliono combattere, non è da questo settore che si deve partire.
Tutto questo mentre negli Stati Uniti oltre alle quotazioni in borsa ci sono stati che continuano a cercare di attirare miner verso i loro lidi. Ultimo in ordine temporale è l’Oklahoma, che sta cercando di introdurre delle agevolazioni fiscali importanti per le società di mining. Segno che oltreoceano si viaggia, purtroppo per noi, ad una velocità completamente diversa.