Anche alla corte della Regina Elisabetta le rotative della cripto-mania sono pronte ad attivarsi. All’interno infatti di un pacchetto più articolato di mosse pro-cripto, ci sarà anche una serie di NFT creata dalla Zecca della Regina.
Questa è la proposta del Cancelliere dello Scacchiere al secolo Rishi Sunak, che lo ha annunciato tramite un comunicato stampa direttamente sul sito del governo inglese. L’obiettivo sarebbe quello di trasformare il Regno Unito in una sorta di hub mondiale del settore cripto.
Una palla facile da spingere in rete? Almeno in ambito europeo sì, dato che almeno sul fronte continentale le cose non stanno andando per il meglio. Non è detto però che questa serie di misure, alcune delle quali decisamente simboliche, saranno sufficienti per imporsi su scala globale.
Una scala globale dove non solo gli Stati Uniti, ma anche El Salvador e Dubai si stanno muovendo già da tempo. Ma vediamo insieme cosa ha in mente il governo inglese per diventare a tutti gli effetti un hub internazionale per il settore, con un assente però che non ci saremmo mai aspettati.
Forse la misura più simbolica sarà l’emissione di NFT tramite la zecca di stato, che poi è zecca della Corona e che potrebbe lanciare questa estate un token non fungibile simbolico per segnalare questo cambio di rotta.
Non è chiaro cosa sarà rappresentato dal NFT e neanche se sarà disponibile al pubblico o sarà mintato esclusivamente a scopo simbolico, da tenere tra i gioielli della Regina. Sta di fatto che siamo davanti ad una mossa pubblicitaria in pieno stile, che difficilmente potrà avere un impatto concreto sull’appetibilità del Regno Unito come hub per il mondo cripto.
Secondo quanto riportato sempre da RIshi Sunak ci sarà una regolamentazione piuttosto liberale degli stablecoin al fine di riconoscerli come strumento di pagamento legalmente riconosciuto.
Anche se ancora in fieri e accompagnato ad una sorta di incubatore di stato per le realtà più giovani che vogliono operare in questo settore. Qualcosa che abbiamo già visto fare in altri paesi (e non sempre con risultati brillanti) e che vedrà coinvolta anche FCA, ovvero l’authority che si occupa di vigilanza sui mercati del Regno Unito di carattere finanziario.
Il sospetto è che si tratti in larga parte di misure cosmetiche che non hanno in realtà alcun tipo di interesse ad operare in modo organico. Un segnale di questo è l’assenza totale di Bitcoin dal comunicato, che a quanto pare non è sufficientemente appetibile per il governo inglese.
Certo, chi vivrà vedrà e il Regno Unito, nel corso della storia, ci ha più volte abituato a delle incredibili rimonte. Tuttavia forse partire con un NFT e una mera regolamentazione degli stablecoin non sembra granché. O per dirla con le parole di Shakespeare… Much Ado for nothing?
Vedremo come si svilupperà la cosa: da hub informativo primo in Italia nel settore di Bitcoin e delle criptovalute non possiamo però non segnalare l’assenza di piani concreti per recuperare comunque l’enorme distacco che UK ha già nei confronti ad esempio di Dubai o di altre realtà del Lontano Oriente. Non basterà un NFT a recuperare il terreno perduto.
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