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Bitcoin è green in Norvegia e USA | Parte la VERA rivoluzione ambientalista

3 anni fa
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I miner, come ripetiamo da tempo immemore su Criptovaluta.it, hanno tutto il vantaggio a spostarsi laddove l’energia è abbondante e a basso costo. E questo binomio si traduce il più delle volte con energie rinnovabili.

Nonostante i recenti strali di Greenpeace le cose si stanno in realtà muovendo per il meglio, con notizie importanti che arrivano sia dalla Norvegia sia invece dal continente americano. Diversi gruppi stanno spingendo per una rivoluzione green del mondo del mining Bitcoin.

Bitcoin è più green di tante campagne mediatiche: ecco le prove

E sarà un processo che renderà Bitcoin più sostenibile, senza perseguire necessariamente lo spostamento verso PoS, che decreterebbe una volta per tutte la morte dell’unicità di questo protocollo. Possiamo investire su questa notizia bullish per il comparto con Capital.comvai qui per ottenere un conto virtuale gratuito al 100% con PIATTAFORME TOP – piattaforma che ci permette di accedere agli stessi strumenti che sono utilizzati dai professionisti del trading.

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La Norvegia prova a guidare la rivoluzione green del mining Bitcoin

Non ha ancora una parte rilevante dell’hashrate globale, ma sono numeri comunque interessanti per un paese che non ha una popolazione straordinaria. Secondo il report che è stato pubblicato da Arcane Research l’industria del mining Bitcoin in Norvegia starebbe comunque crescendo a ritmo sostenuto, offrendo tra le altre cose un miglioramento netto in termini di tipologia utilizzata.

Il tutto guidato da Northern Data, Bitdeer, COWA e BitZero che si sono tutte acclimatate dalle parti di Oslo proprio per sfruttare l’importante quantità di energia green e dunque a basso costo che il paese scandinavo può offrire. Nonostante siamo davanti ad un gigante dell’esportazione di idrocarburi, la Norvegia offre infatti almeno mainland il 100% di energie rinnovabili, con un piccolissimo consumo di gas naturale che però è destinato soltanto al consumo da parte delle piattaforme petrolifere.

Cosa significa questo per il mining Bitcoin? Significa che ogni macchina ASIC che è operativa nel paese sta girando al 100% su energie rinnovabili, che includono idroelettrico, ma anche eolico. Un modus operandi che concorda al 100% con quanto abbiamo discusso anche con Federico Rivi.

Sì, il mining Bitcoin, al contrario di quanto dicono polemiche di carattere ambientalista che a nostro avviso sono piuttosto strumentali, è una spinta importante proprio allo sviluppo di energie rinnovabili.

Anche dall’America arrivano buone nuove

L’obiezione più facile a quanto abbiamo raccontato riguarda ovviamente il piccolo impatto che il mining norvegese, sebbene in crescita, ha sull’hashrate complessivo che finisce nel mining Bitcoin.

Obiezione che può essere smentita però guardando a quanto sta avvenendo negli USA: qui Marathon che si sposterà dal Montana per andare verso delle location in grado di offrire un mix energetico più sostenibile. Obiettivo ambizioso, perché il gruppo punta a diventare ad impatto zero entro la fine dell’anno.

Allo stesso tempo Stronghold si è dichiarata favorevole alla proposta di SEC di rendere obbligatorio per le aziende quotate offrire documenti chiari per quanto riguarda il loro impatto ambientale. Un atteggiamento a nostro avviso bullish per Bitcoin, sul quale potremo anche investire con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito e FINTECH – intermediario che ci propone il top degli strumenti per fare trading e anche investimenti di lungo periodo su questa cripto.

Minato il Bitcoin n. 19.000.000: che sia il segno della svolta green

Soltanto qualche giorno fa è stato minato il Bitcoin numero 19.000.000. Ne mancano all’appello soltanto 2 milioni, per una storia che ci porterà, grazie agli halving, a chiudere questo processo nel 2140. Un processo, il mining che rimane croce per i detrattori e delizia per chi invece tiene alla sicurezza del protocollo Bitcoin.

Le polemiche strumentali, gli attacchi mascherati da preoccupazione per l’ambiente e chiunque voglia Bitcoin morto dovranno anche questa volta farsi da parte. Il mining, nonostante il ban cinese, nonostante attacchi da ogni dove, si sta dimostrando al contrario forza propulsiva di una vera rivoluzione green. Spingendo ovunque alla massima efficienza, finanziando passaggi epocali, creando posti di lavoro. Il tutto in massima libertà: sarà forse questo a dare fastidio a tanti nemici di Bitcoin?

Poco male: Bitcoin è nato per essere al riparo da qualunque tipo di ingerenza. Anche da quelle del tema della domenica, della settimana, del mese o dell’anno. Certo, siamo ancora davanti ad una battaglia, forse ad una guerra durissima. Ma gli strumenti per vincere questa volta ci sono tutti.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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