Arrivano pessimi dati sull’inflazione USA, ma niente di inaspettato, come abbiamo già visto ieri all’interno di un nostro speciale live. Le criptovalute e Bitcoin, al netto di una certa volatilità di breve, hanno tenuto, e si aprono scenari nuovi (ma difficili da decifrare) per le prossime settimane.
La prima economia del mondo è in subbuglio: quella che era stata dichiarata come inflazione temporanea si è trasformata in un problema in questo momento impossibile da risolvere, in aggiunta con Fed che ha letteralmente le mani legate.
Una situazione che però ancora una volta ha dimostrato, in attesa di una svolta, la forza di questo comparto. Potremo investirci con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP degli STRUMENTI FINTECH – intermediario che ci offre accesso a strumenti finanziari per fare trading di bitcoin ed i 59+ cripto asset nel complesso.
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La situazione macro e gli effetti su Bitcoin e cripto
La situazione macro non è cambiata radicalmente con l’annuncio dei dati sull’inflazione che arrivano dagli USA. Inflazione che segna +8,5% anno su anno, dato che è il più alto da 40 anni a questa parte, e che è in linea quasi piena con le previsioni degli esperti. Sul tema abbiamo parlato in modo approfondito in una nostra live, anche per offrire gli strumenti per comprendere le conseguenze di una situazione di questo tipo.
Faremo, alla luce delle reazione dei mercati ieri qualche ulteriore considerazione. In primo luogo tutti o quasi si aspettavano un dato di questo tipo e dunque non ci sono stati grandi stravolgimenti sui principali mercati. Cosa che è piuttosto comune quando i dati sono in linea con le aspettative.
In secondo luogo è ormai evidente che nessuno vorrebbe trovarsi al posto di Fed, dato che quella che è la banca centrale USA e dunque la banca centrale più importante del mondo. Alzare i tassi, davanti ad una situazione del genere, è d’obbligo. Ma la crescita economica potrebbe essere molto meno forte di quello che sembra e quindi lasciare uno spazio di manovra ancora più ridotto a Washington.
Difficile pensare in una situazione del genere che prevalgano posizioni eccessivamente Hawkish e dunque una compressione immediata o quasi della liquidità. Cosa della quale borse e Bitcoin potrebbero avvantaggiarsi. Non è però soltanto questo quanto interesserà gli investitori.
Ormai lo spettro della recessione è più che reale
In qualche circolo, in particolare tra quelli più pessimisti, la narrativa sta rapidamente evolvendo verso la certezza di una prossima recessione. Recessione sulla quale pesano non solo la situazione russa, ma anche quanto sta avvenendo in Cina, in combinazione con dati macro generalmente poco soddisfacenti.
La catena di shock esogeni che hanno colpito le economie mondiali ha deteriorato conti pubblici, balance sheet delle principali banche centrali e in particolare le prospettive di crescita delle principali aziende. E lo spettro di una recessione potrebbe continuare a colpire le condizioni di mercato delle azioni, che per ora sono molto correlate con il mondo di Bitcoin e delle criptovalute.
La speranza principale è il decoupling
Ovvero l’abbassamento radicale della correlazione tra NASDAQ e mondo dei cripto asset. Non è qualcosa di impossibile, in particolare se dovesse prevalere l’opinione di Bank of America e di tante altre banche che vedono in $BTC e nel comparto finanza decentralizzata i veri possibili vincitori da una situazione di crisi prolungata.
Difficile anche pensare che nessuno pagherà per quanto è stato fatto negli ultimi 2 anni. Ed è altrettanto difficile pensare che i sistemi fiat non usciranno massacrati dalla combinazione terribile tra inflazione e crescita stagnante. Una stagflazione, il termine che indica la presenza di stagnazione e inflazione, che è lo spettro principale che agita i mercati oggi e che informerà prima o poi anche le decisioni delle banche centrali.
Fare previsioni da qui a qualche settimana, almeno per il momento, è impossibile o quasi. Con una certezza però: Bitcoin ha dimostrato di essere uno degli asset più resilienti anche a condizioni economiche sfavorevoli, o almeno, di essere molto più forte di quanto lo fosse soltanto qualche mese fa. Segno che molti di coloro i quali sono entrati sul mercato non hanno alcuna intenzione di vendere i propri sudati satoshi.