Il mercato sudamericano è interessante per gli exchange; le valute stampate dalle banche centrali in quest’area del mondo non hanno di certo lo stesso tasso di inflazione o il potere d’acquisto che hanno l’euro ed il dollaro americano. In queste zone, le criptovalute sono più che monete decentralizzate: sono un modo per tutelarsi contro delle politiche economiche incerte. I cittadini hanno accolto con favore sia Bitcoin che varie altcoin, nella speranza di tutelare il loro patrimonio.
Le ultime e più interessanti notizie ora riguardano l’Argentina, un mercato ricco e pieno di potenziale. Binance, uno degli exchange più grandi e famosi al mondo, starebbe infatti preparandosi a lanciare un brand appositamente pensato per il mercato locale.
Le criptovalute non hanno confini, ma Binance pare non essere da meno. L’exchange fondato da Changpeng Zhao ha già fatto parlare molto di sé per via di Binance Coin (BNB), la criptovaluta ufficiale del progetto. Al contrario della maggioranza degli altri token scambiati in grande volume sui mercati, BNB ha registrato un anno record vedendo aumentare il suo valore con costanza.
Ora che Binance sa di poter contare sulla sua moneta decentralizzata per favorire la crescita del patrimonio aziendale, non ci sono motivi per cui non espandersi in tutto il mondo. Le criticità del lancio di un nuovo brand in una nazione “vergine” di criptovalute sono compensate dalla potenziale domanda di altri Binance Coin. Gli spread e le commissioni generate con la normale attività da exchange, al confronto, sono un aspetto del tutto marginale.
Non solo l’Argentina è un mercato dal grande potenziale, ma Binance è un exchange dai grandi sogni di gloria: in futuro questi sogni potrebbero anche portare l’exchange a “fare il mercato“, come vediamo meglio nel paragrafo successivo.
Gli exchange crescono, soprattutto quelli grandi come Binance, anche quando il mercato si contrae. Per questo motivo molti cominciano a chiedersi se in futuro saranno loro a dominare l’economia decentralizzata: le loro criptovalute, i loro wallet, le loro piattaforme di trading, la loro blockchain a cui appoggiarsi per le ICO, e così via. Da una parte questo provocherebbe una sostanziale perdita delle qualità democratiche e liberali delle crypto, generando di fatto un oligopolio invalicabile.
Più che una preoccupazione, tuttavia, sembra che questa sia già una realtà. Basta guardare a siti come quello di Coinbase, Kraken e Binance: tutti portali integrati con vari servizi, dove gli spread generati dalle attività di exchange veri e propri sono marginali. Se non già sul bilancio, comunque le attività al di fuori dello scambio tra crittomonete e valute fiat sono essenziali per l’espansione di questi brand.
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