Ormai sono gli Stati Uniti ad essere rimasti al palo. Perché anche in Australia, altra giurisdizione molto attenta ai prodotti che vengono scambiati sulle sue borse, arrivano i primi ETF Bitcoin a replica fisica.
Una categoria di prodotti fortemente avversata da SEC negli USA, ma finalmente disponibile in praticamente tutti gli altri continenti. Segno dell’incedere lento ma inesorabile anche dei prodotti finanziari che riguardano appunto Bitcoin.
Una situazione che segnala un sentiment fortemente bullish sul mercato in termini di adozione. Sentiment che possiamo sfruttare anche con la piattaforma più utilizzata eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP dell’ANALISI TRADING – intermediario che per investire su Bitcoin ci offre il meglio degli strumenti di Trading.
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Si parte la prossima settimana, con il primo ETF a replica fisica di Bitcoin anche in Australia, continente che per ora se ne era privato proprio come hanno fatto gli USA. Con un altro ETF che invece replicherà Ehthereum in uscita sempre entro lo stesso arco temporale.
Si tratta di un’ottima notizia per tutto il comparto, dato che gli australiani avranno finalmente accesso ad un portafoglio non sintetico e diviso per quote che avrà in cassa fisicamente dei Bitcoin. Un prodotto dunque molto diverso sia da quanto abbiamo oggi a disposizione negli USA, sia rispetto invece a quanto è già presente in Australia, dove il Cosmos Asset Management ETF replica in realtà l’ETF di Purpose che è quotato a Toronto.
Sarà inoltre Coinbase ad offrire il cold storage dei Bitcoin che saranno detenuti dal fondo, offrendo così un ulteriore livello di sicurezza per chi vorrà acquistare il prodotto finanziario in questione. L’ETF, particolare interessante, sarà lanciato da 21shares in partnership con ETF Securities, due nomi che chi bazzica il mondo finance legato alle cripto dovrebbe già conoscere.
Dipenderà dalle sottoscrizioni del fondo, che potrebbe avere bisogno di entrare direttamente sul mercato con quantità importanti di $BTC da acquistare. Non è comunque necessariamente detto che le cose vadano così sul brevissimo periodo, dato che comunque la piazza australiana non ha volumi così importanti.
Rimane però un’ottima notizia per quanto riguarda l’avanzata di Bitcoin anche sotto forma di sottostante per il mondo della finanza classica, con la domanda per questo asset che è ormai alle stelle non solo tra gli istituzionali, ma anche tra i piccoli e medi investitori che però preferiscono un prodotto leggermente strutturato invece di fare acquisti diretti magari tramite un exchange.
Poco male in questo caso, perché ad ogni modo avremo degli acquisti a mercato di Bitcoin, trattandosi di un ETF a replica fisica e non di un prodotto che replica ad esempio l’andamento dei futures al CME di Chicago. Segnali forti, che tra le altre cose mettono nell’angolo gli USA, rimasti ormai l’unica grande giurisdizione che si rifiuta di accettare prodotti di questo tipo.
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