Un secondo paese con Bitcoin come valuta avente corso legale? Con calma, perché siamo stati tra i pochi a non ribattere la notizia arrivata da Forbes Montecarlo e fatta circolare anche da pezzi grossi del mondo cripto.
Un motivo c’era: di legal tender non si tratta e quanto è passato in realtà riguarda più una normalizzazione degli scambi in criptovaluta (e non solo in Bitcoin). Una buona notizia per il settore? Assolutamente sì, ma siamo lontani da quanto è stato fatto a El Salvador.
Comunque un’ottima notizia per tutto il settore, dato che comunque spingerà sull’adozione laddove $BTC ha più ragion d’esser già oggi. Possiamo investire su questa notizia con Capital.com – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con STRUMENTI PREMIUM – intermediario che ci propone accesso al mercato con le migliori piattaforme di analisi e di operatività.
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Cos’è successo effettivamente nella Repubblica Centrafricana?
In realtà vi è stato un draft in prima approvazione, che è passato all’unanimità, che punta ad offrire un framework chiaro all’interno del quale potranno essere utilizzati tanto Bitcoin, quanto, almeno secondo il testo che ha preso a circolare, altre criptovalute, con un focus comunque sul primo.
Una situazione interessante per la repubblica, dato che siamo davanti ad un paese non solo molto povero, ma che deve molto alle rimesse dei migranti. Una situazione in questo senso sì simile a El Salvador, dato che il network monetario di Bitcoin offrirebbe comunque un sistema più economico e sicuro per chi deve ricevere denaro dall’estero.
Il tutto in un paese dove gli unbanked, ovvero coloro i quali non hanno accesso ai servizi di base. Una soluzione, pertanto, che sarebbe ideale per i cittadini del paese, ma che è comunque diversa dal legal tender, che comporterebbe l’obbligo urbi et orbi di accettare Bitcoin o cripto in pagamento.
La questione CFA e le conseguenze di un’eventuale mossa del genere
Nella complessa equazione del paese africano rientra anche il CFA, ovvero il franco della Comunità Finanziaria Africana, che per molti è simbolo del dominio esteso di Parigi sulle sue ex-colonie.
La Repubblica Centrafricana, insieme a Camerun, Ciad, Gabon e nel complesso 14 paesi dell’Africa sub-sahariana utilizza questa valuta, e il passaggio ad un altro standard, per quanto probabilmente desiderabile, creerebbe qualche tipo di attrito sul piano geopolitico.
Teniamo anche conto del fatto che opera come banca centrale del paese la BEAC, ovvero la Banca Degli Stati dell’Africa Centrale, con scarsa possibilità da parte dei singoli stati di cambiare politica monetaria o di gestirla direttamente. Qualcosa che renderebbe la Repubblica Centrafricana, sebbene in senso lato, simile all’economia dollarizzata di El Salvador. Tema che è stato ripreso anche dai politici che hanno sostenuto la legge in questione.
Cosa c’è effettivamente nella legge (e perché possiamo parlare di fake news)
Parliamo di Fake News in relazione anche a quanto hanno detto tanti nomi importanti della criptosfera perché non si tratta di legal tender (ancora) o se per dirla all’italiana di corso legale.
Lo scenario è sicuramente suggestivo, ma lontano da quello che si vorrebbe rappresentare. E no, non riguarda soltanto Bitcoin.