Dopo una comunicazione a corrente alternata, che prima parlava di legal tender poi semplicemente di nuove normative a tema Bitcoin e cripto arriva l’ufficialità: la Repubblica Centrafricana segue le orme di El Salvador e diventa così il secondo paese al mondo a fare un passo di questo tipo.
Certo, un paese con le sue peculiarità e che non sarà in grado di muovere grandi somme a mercato, ma al tempo stesso un segnale forte che arriva, ancora una volta, da quei paesi dove le politiche monetarie non sono nel controllo della politica locale, ma di potenze terze.
Un buon segnale per Bitcoin, che ormai si candida a moneta del tentativo di riscossa di certi paesi. Possiamo investirci con eToro – vai qui per ottener il conto gratuito di prova con strumenti COMPLETI – intermediario che ci propone diversi strumenti unici per aggredire questo mercato.
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Repubblica Centrafricana sposa Bitcoin: sarà legal tender
Ovvero valuta avente corso legale. Bitcoin così entra dalla porta principale nel secondo stato della sua storia, dopo l’esperienza di El Salvador che è stata avviata ormai quasi 1 anno fa.
Questa volta ad entrare a far parte del circolo orange è la Repubblica Centrafricana, paese con delle caratteristiche molto particolari, che abbiamo già evidenziato in una nostra striscia video di ieri e che riporteremo qui per approfondire ulteriormente la vicenda.
- Un paese estremamente povero
Secondo le statistiche più recenti si tratterebbe del 180° paese al mondo per reddito pro capite. Una situazione disastrosa, che in parte condivide con l’Africa subsahariana e che è stata aggravata anche da una lunga guerra civile. In media, nominalmente, i residenti in CRA producono circa 300$ annui.
- Un paese che non ha una valuta propria
Ma che fa parte del novero di paesi che utilizzano il franco CFA, nella versione per l’Africa Centrale. Si tratta di una valuta pegged ovvero ancorata al valore dell’Euro, che impone tutta una serie di limitazioni alla libertà monetaria del paese. In questo caso una situazione simile a quella che troviamo ad El Salvador, seppure con qualche particolarità aggiuntiva che meriterà ulteriore approfondimento.
Con Bitcoin potremo evitare di passare dalla Banca Centrale
Questa è una delle frasi che sono arrivate dal governo della Repubblica Centrafricana e sulla quale almeno a nostro avviso non c’è stata sufficiente discussione. La RCA fa parte del gruppo di paesi costretti ad utilizzare quello che è l’ex Franco Coloniale, una moneta in cambio fisso con l’Euro e la cui convertibilità è garantita dalla Banca Centrale della Francia.
Un tema che è fonte di attriti politici importanti e che è stato anche fonte di scandali altrettanto importanti in passato, quando la direzione del Gabon ebbe a dirottare fondi della banca verso candidati politici francesi.
In aggiunta il paese non è dotato di banca centrale propria, ma la condivide con altri paesi con la sede centrale che è nella capitale del Camerun. Mani dunque completamente legate a livello monetario, che hanno fatto da assist importante per l’introduzione di Bitcoin come valuta avente corso legale.
Perché avevamo parlato di Fake News?
Perché con le informazioni che erano state diffuse dal paese in prima battuta non si parlava effettivamente di legal tender, ma piuttosto di un framework legislativo che avrebbe permesso al paese di utilizzare le cripto all’interno di confini legali certi.
Poi ieri ha preso a circolare un documento firmato dal governo della Repubblica che invece ha apertamente parlato di valuta avente corso legale. Rimane qualche incognita, anche questa che necessita di qualche approfondimento.
Come si muoverà la Repubblica Centrafricana?
Difficile a dirsi per ora, dato che i margini di movimento sono sicuramente ridotti rispetto a quelli di El Salvador. Il paese ha sicuramente meno denaro da investire nella cosa, non potrà dotarsi di wallet autonomo e, data la condizione delle case pubbliche, difficilmente potrà offrire incentivi alla popolazione.
Difficile inoltre vedere diffusione a livello commerciale per Bitcoin, dato che il paese è in larga parte privo delle infrastrutture necessarie. Con i dati che sono stati resi pubblici fino ad adesso che non offrono un quadro chiaro di quanto avverrà in futuro.
Siamo davanti a tante incognite, che con ogni probabilità andranno a diventare più chiare nelle prossime settimane. Noi continueremo a monitorare la situazione, che è tanto intrigante quanto di difficile lettura oggi.