Anche il Pakistan, un Paese evidentemente interessato da gravi problemi finanziari, sta muovendo i suoi passi più decisi verso l’implementazione di nuove norme che disciplineranno il settore della criptovaluta, con l’obiettivo finale di migliorare l’incisività delle sue azioni contro la lotta alla criminalità finanziaria.
Criptovalute e lotta al terrorismo
Per raggiungere tale obiettivo, il Paese ha già adottato misure per ridurre i livelli di reati come il riciclaggio di denaro e il finanziamento al terrorismo, e sta ora pensando di introdurre un sistema di licenze per gli istituti che operano nell’ecosistema della valuta digitale.
Sebbene l’Express Tribune, il quotidiano che ha condiviso la notizia, non abbia citato fonti, il giornalista che ha curato l’approfondimento si dice certo che queste norme aiuteranno a combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, e permetteranno altresì di regolamentare la moneta digitale in tutto il Paese.
Le precedenti tappe
Qualora il Pakistan abbia concretamente scelto di muoversi verso tale direzione, non sarebbe comunque una mossa sorprendente. Ricordiamo che nel mese di febbraio il Finance Action Task Force [FATF] aveva espresso serie preoccupazioni sul ruolo delle criptovalute nel finanziamento al terrorismo, e che nello stesso tempo l’ente aveva espresso preoccupazione sui progressi (definiti “inadeguati”) che il Pakistan ha compiuto per combattere il problema. All’epoca, il GAFI aveva invitato il Pakistan a implementare un piano di contrasto in maniera tempestiva, con una prima tranche di iniziative da completarsi entro maggio 2019.
Intanto, è accertato che l’autorità di regolamentazione finanziaria del Pakistan, la Securities and Exchange Commission [SECP] ha annunciato che sta intraprendendo azioni legali contro nove società che sono state indagate e accusate di utilizzare le criptovalute come strumento per poter compiere delle operazioni illegali.