Binance ha deciso di mettere il turbo sulle sanzioni da applicare agli oligarchi russi e agli immediati congiunti, seguendo quella che è stata la strada di tutte o quasi le banche classiche del blocco occidentale.
Il gruppo guidato da CZ infatti avrebbe bloccato conti che sono direttamente o indirettamente ricollegabili al cerchio magico di Vladimir Putin, in una mossa che mette a tacere anche tanto chiacchiericcio che stava inquinando lo spazio cripto, o meglio la reputazione del primo intermediario di questo mondo.
Intermediario che era stato, a questo punto ingiustamente, di favorire dietro le quinte l’aggiramento delle sanzioni. Qualcosa di estremamente difficile, se non impossibile. Cosa confermata anche dal blocco / ban di queste ultime ore. Vediamo insieme cos’è successo e cosa vuol dire in generale tanto per Binance quanto invece per il mondo cripto e anche per la centralizzazione dei CEX.
Con Binance – vai qui per aprire un conto gratuito – che si conferma agente che, al contrario di quanto hanno detto diversi giornali non specialistici, opera appunto proprio come una banca. E dunque in coordinamento con il law enforcement. Cosa che conferma anche un suo certo livello di sicurezza e affidabilità.
Questa è la notizia che sta circolando ormai da qualche ora: il popolare exchange di criptovalute guidato da CZ avrebbe bloccato diversi account che sarebbero legati ad ufficiali di alto rango del governo russo, in particolare tra quelli legati alle sorti di Vladimir Putin.
Il tutto all’interno di un piano più ampio di sanzioni che ormai colpiscono i personaggi più in vista di Mosca dalla fine dello scorso febbraio, con qualche personaggio illustre – e molto conosciuto anche sui social – che non avrà più modo di accedere ai servizi offerti dall’exchange.
Abbiamo infatti Polina Kovaleva, che è la figlia della compagna di Sergei Lavrov, che tutti avranno ormai imparato a conoscere come Ministro degli Esteri della federazione russa. Così come abbiamo anche il ban per Elizaveta Pesokva, che è figlia del portavoce del Cremilino, al secolo Dimitri Peskov. Sono soltanto due di una lunga lista di personaggi che sono stati banditi dai servizi dell’exchange negli ultimi due mesi.
Segno da un lato che Binance ormai si comporta, volente o nolente, come una banca a tutti gli effetti. E segno dall’altro che chi deve spostare quantità di denaro importanti utilizzando i circuiti cripto come canale per l’evasione dalle sanzioni non ha poi così la vita facile.
Con qualche polemica che è già nata tra i più estremisti della decentralizzazione, che vedono in questo tipo di operazioni una sorta di negazione dello spirito primo di Bitcoin e del mondo cripto. Polemiche a nostro avviso fondate, che però non dovrebbero colpire Binance, che non è responsabile di queste operazioni perché, sottraendosi, finirebbe per diventare fuori legge.
I giornali classici hanno più volte ventilato l’ipotesi che i grandi player del mondo cripto stiano in realtà aiutando gli oligarchi russi ad evadere le sanzioni. Cosa che abbiamo già bollato come priva di senso e che alla luce di questi dati diffusi da Binance stessa diventa ancora più ridicola.
Un’ipotesi che addirittura era stata ventilata anche da Banca d’Italia e che, lo ribadiamo ancora una volta, non ha alcuna ragione d’essere e nessun tipo di legame con la realtà.
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