Il 2 maggio siamo stati in onda insieme a Paolo Ardoino, CTO di Tether e Bitfinex. Un’intervista di 1 ora all’interno della quale abbiamo avuto l’onore di affrontare con uno dei personaggi di spicco dell’ecosistema molti dei temi caldi.
Stablecoin, che ormai da qualche tempo fanno rima con FUD e sul quale Paolo ci ha illuminato, tanto per il funzionamento interno di Tether (e la consistenza delle sue riserve), sia invece per quanto riguarda il funzionamento della concorrenza.
Parole chiare – e decisamente necessarie per il settore – per capire anche da dove arrivano certe critiche e perché possono essere pericolose per il settore, in particolare quando agitate da consorterie potenti e che hanno un certo ascendente sui media. Ma andiamo con ordine, partendo però dalla fine della nostra intervista con Paolo Ardoino.
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FUD: le ragioni, i motivi, la chiarezza – ecco di cosa abbiamo parlato
Uno dei temi della nostra intervista è stato proprio il FUD, acronimo inglese per Fear, Uncertainity, Doubt, ovvero Paura, Incertezza, Dubbio. Strategie di comunicazione maliziosa che puntano, con un detto e un non detto, a creare dubbio prima e panico poi. Questione che da sempre è parallela a quella delle criptovalute, degli stablecoin e di Bitcoin e sulla quale Paolo Ardoino ha, a nostro avviso, chiuso magistralmente.
Come ultimissima cosa, quando sentite del FUD, pensate sempre come dicevano i latini “cui prodest?” e quindi “a chi giova” questo FUD, non credete immediatamente a tutto e fate la vostra ricerca. Sia nel caso dell’utilizzo delle blockchain da parte di potenziali agenti malevoli sia per quanto riguarda Tether.
Parole forti, che però ci trovano perfettamente allineati, cosa che possiamo testimoniare con un’attività quotidiana per permettere a tutti di conoscere effettivamente come funzionano certi sistemi, offrendo la chiarezza necessaria a tutti per capire anche chi potrebbe pilotare certe campagne mediatiche. Non è stato però l’unico argomento che abbiamo trattato a tema FUD con Paolo. E diverse delle questioni che abbiamo avuto modo di rendere più chiare saranno sicuramente di interesse per il pubblico che ci segue. Andiamo, ora, davvero con ordine.
Spazio per discutere anche della concorrenza
Con un atteggiamento più che equilibrato, in particolare per quanto riguarda gli stablecoin algoritmici, di cui forse Terra Luna come ecosistema è l’espressione più autentica. Sì, sono competitor di Tether, hanno ancora una lunga strada da fare in termini di capitalizzazione ma non sarebbero ancora a quella massa critica di capitalizzazione in grado di creare problemi importanti sui mercati in caso di fallimento del progetto.
Discorso poi diverso per quanto riguarda il mondo dei regolatori. Perché intervenire su queste realtà sarà molto difficile.
Sul fatto che siano decentralizzati, l’opinione nostra è che finché qualcuno deciderà la consistenza delle riserve (e ci metterà anche soldi per sostenere il progetto, con queste modalità) sarà molto difficile parlare di decentralizzazione vera.
Le riserve di Tether USDT
È stato uno dei temi caldi del mondo cripto per anni e adesso, nonostante si siano fatti dei passi in avanti molto importanti – spesso da parte di Tether di sua spontanea volontà – continuano ad infestare la discussione sul più importante stablecoin per capitalizzazione di mercato.
Come Paolo Ardoino aveva avuto modo di dire altrove, i commercial paper detenuti dall’azienda sono in riduzione. E ad ogni modo si tratta, aggiungiamo anche noi sul tema il nostro, di strumenti finanziari che vengono emessi – come ha ricordato anche Paolo in video – da società con rating molto elevato e dunque molto sicure.
In aggiunta sono prestiti di brevissimo termine e che dunque presentano un profilo di rischio ancora più basso del debito classico magari pluriennale. Cosa che è testimoniata inoltre dall’unico vero termometro del rischio sui mercati finanziari, ovvero il tasso di interesse applicato. Nel caso dei commercial paper si tratta di tassi di interesse molto bassi, dato che si tratta di prodotti cash like o quasi, ovvero liquidi e sicuri tanto quanto il contante.
Tether e Russia: la questione delle sanzioni
Anche Tether, seppure in via marginale, è stata coinvolta dalla stampa e anche purtroppo da alcuni attori del mondo istituzionale nella macchina del fango partita dalle sanzioni comminate agli oligarchi russi e alle persone che gli sono immediatamente vicine.
Paolo Ardoino ha confermato quello che noi già sapevamo, ma che è sempre bene ricordare al grande pubblico: Tether implementa norme di KYC e AML molto rigorose e perfettamente in linea con quanto prevedono le banche con le norme più restrittive su scala globale.
Cosa che tutti possono verificare sul sito ufficiale di Tether tentanto il minting. Di spazio per operare in modo anonimo non ce n’è. E come ha ricordato il CTO – non lasciando adito ad alcun tipo di dubbio – Tether è realtà centralizzata. Senza nascondersi dietro un dito cianciando, come fanno altri, di decentralizzazione quando questa non c’è. Props per la trasparenza anche in questo caso.
Occhio alla provenienza del FUD
Senza scendere nel complottismo spicciolo, dovrebbe essere comunque evidente per tutti. Tante campagne di attacco tanto a Tether quanto al resto del settore sono in realtà eterodirette, con scopi molto precisi e con vantaggi chiari per determinati attori.
Chiedersi cui prodest? come ha fatto Paolo Ardoino all’interno della nostra intervista, o meglio in chiusura, è sempre un ottimo di partenza per capire chi e cosa abbiamo avanti.
Tutto questo mentre i mercati continuano una fase laterale in attesa del FOMC di domani. Volatilità attesa e che potrebbe farei gioco dei trader di brevissimo periodo. Con Capital.com – vai qui per ottenere il conto demo gratuito e illimitato – intermediario con MetaTrader 4 e TradingView e con un WebTrader interno che offre il top per l’analisi tecnica.