Merge rimandato a dopo l’estate e probabilmente in autunno per Ethereum, ma c’è chi continua a puntare, con denaro sonante, sul fatto che questo avvenga. E la cosa è testimoniata dal superamento di un’importante soglia proprio per quanto concerne gli $ETH che sono stati messi in staking.
Si è superata soglia 10% del circolante, con un controvalore di circa 30 miliardi di dollari, somme che i possessori, è bene ricordarlo, non rivedranno nel caso in cui il merge non dovesse avvenire. Un rischio? Più una certezza per chi ha bloccato i propri capitali che questa sarà la volta giusta per Eth, a prescindere dagli strali lanciati da chi, forse a buon diritto, canzona i costanti ritardi che questa operazione ha comportato nel passato di Ethereum.
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E si tratta di un numero estremamente importante per Ethereum, per un controvalore ai prezzi odierni di circa 33 miliardi di dollari, un decimo circa del marketcap della seconda criptovaluta per valore complessivo sul mercato.
Una scommessa importante, che si basa sulla fiducia ormai di molti che questa sarà la volta giusta per il passaggio ad una validazione in PoS, cosa che dovrebbe garantire una scalabilità maggiore e commissioni ridotte rispetto a quelle ormai completamente fuori controllo del network odierno, che invece utilizza un sistema PoW.
Una scommessa, abbiamo detto, perché in realtà chi ha messo in staking i suoi Ethereum sulla Beacon Chain non potrà riottenerli prima che siano completate le operazioni di merge. E dunque correndo qualche rischio nel caso in cui le cose non dovessero andare per il verso giusto.
In poche parole, in molti stanno puntando – e anche somme importanti – sulla certezza che il passaggio alla Proof of Stake di Ethereum avverrà. Magari con qualche ritardo, ma comunque in questione di mesi.
In un mercato dominato dal bearish sentiment c’è chi riesce ad interpretare questa notizia in senso negativo. Si avanza l’ipotesi che una volta che i fondi sopra descritti saranno di nuovo nella disponibilità di chi li ha messi in staking ci saranno vendite a profusione.
Un’ipotesi che almeno per il momento, a nostro avviso, sarebbe piuttosto remota. Ci sono investitori di dimensioni importanti ad essere intervenuti sullo staking e che non hanno alcun tipo di incentivo ad uscirne una volta che sarà avvenuto il merge. E ci saranno inoltre dei disincentivi, come il lock di 6 mesi, a che questo avvenga in modo troppo rapido e violento.
Per ora, per intenderci, soltanto FUD. Qualcosa del quale, in condizioni di mercato così nervose, sarebbe forse meglio evitare.c
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