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Sen. Warren contro Bitcoin e Fidelity | E vorrebbe decidere al posto dei lavoratori…

3 anni fa
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Che Elizabeth Warren abbia un certo piacere per la sfuriata pubblica contro Bitcoin non dovrebbe ormai essere un mistero anche per chi, tra i nostri lettori, non segue le vicende della politica USA. La senatrice ha infatti già trovato più volte spazio sulle nostre pagine in occasione delle sue precedenti uscite pubbliche.

Questa volta ad essere oggetto delle attenzioni della senatrice è Fidelity, che ha iniziato ad offrire fondi pensione con dentro Bitcoin, operazione che non poteva che scatenare le ire della senatrice, non solo avversaria di Bitcoin, ma anche della libera scelta dei lavoratori di selezionare il fondo pensione più adatto alle loro esigenze.

Ancora la senatrice Warren contro Bitcoin (e Fidelity)

Tutto questo mentre ormai le opinioni della senatrice sono nell’angolo anche politicamente, segno che Bitcoin è considerato ormai un asset a tutti gli effetti anche dalla maggior parte di coloro i quali lo ritenevano non adatto solo qualche tempo fa. E potremo investirci con Capital.comvai qui per ottenere un conto di prova gratuito con CAPITALE VIRTUALE SENZA LIMITI – intermediario che ci permette di investire su 140+ cripto, tutte scelte tra i progetti di maggiore spessore per il mercato.

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Elizabeth Warren prova a colpire di nuovo Bitcoin, questa volta provando a difendere i lavoratori

La Senatrice americana Elizabeth Warren, ormai nome noto alle cronache che si occupano di criptovalute e Bitcoin, lancia l’ennesima campagna di FUD contro $BTC e, questa volta, anche contro gestori di fondi più che ammanicati a Washington, nell’ennesimo tentativo a nostro avviso di cavalcare Bitcoin per la propria popolarità.

Una lunga lettera – che possiamo leggere qui in versione integrale che merita, data l’autorevolezza del pulpito, di essere commentata segmento per segmento. Le preoccupazioni della senatrice, infatti, sono diverse.

  • Volatilità

Secondo quanto riportato dalla senatrice le criptovalute – comunque categoria decisamente più ampia di Bitcoin, che è l’unico cripto asset ad essere stato inserito da Fidelity nei fondi pensione – sarebbero troppo volatili. E per questo sicuramente non degne di far parte di un portafoglio di investimento di un fondo pensione. Una preoccupazione che potrebbe essere anche sincera, se non fosse che nei prodotti di questo tipo sono già finiti in passato asset decisamente non diversi sotto questo aspetto. Per quale motivo oggi tanta preoccupazione per Bitcoin?

Preoccupazioni che Fidelity comunque sottolinea più volte all’interno del prospetto informativo presentato alla stampa – facendo così tutto il possibile per mettere in guardia dalla natura finanziaria specifica di Bitcoin.

  • Custodia

Secondo la senatrice ci sarebbero anche delle preoccupazioni per quanto riguarda la sicurezza della custodia, così come sottolineato in precedenza da un rapporto del Department of Labor, una sorta di omologo del nostro Ministero del Lavoro. Anche queste preoccupazioni però, lasciatecelo dire, sembrerebbero essere poco fondate.

Fidelity ha già annunciato che i Bitcoin del fondo saranno custoditi da una sua speciale divisione che offre già questo tipo di servizio ai clienti istituzionali. E quindi parliamo del massimo livello di sicurezza possibile. Anche questa una domanda alla quale la senatrice avrebbe potuto trovare risposta controllando i documenti da essa stessa citati.

  • Preoccupazioni sul valore delle criptovalute, che non hanno lo stesso standard di reporting degli altri asset

Ancora una volta tocca correggere la senatrice, che invece di parlare di Bitcoin, che è l’oggetto del fondo pensione di Fidelity, tira in ballo le criptovalute, calderone entro il quale si può far rientrare un po’ di tutto. Per quanto riguarda il reporting, siamo davanti ad obblighi chiari per Fidelity, ai quali un gestore di questo tipo non può sottrarsi. Rimane dunque difficile anche in questo caso capire quale sia effettivamente il problema della senatrice con Bitcoin e con l’operazione di questo gestore.

  • Preoccupazioni per le commissioni per i clienti

Il vero capolavoro di una lettera che è ai limiti della farneticazione: con i fondi che caricano da anni commissioni incredibili ai clienti, com’è che le preoccupazioni della senatrice si sono attivate soltanto ora? Cosa la porta a pensare che il problema esista soltanto per fondi che inseriscono Bitcoin in portafoglio?

  • L’assurda questione del conflitto di interessi

Dopo il capolavoro la ciliegina sulla torta. Fidelity in passato ha avviato delle operazioni di mining su scala in realtà molto ridotta. Parliamo di qualcosa di avvenuto nel 2017 e che probabilmente avrà fruttato qualche migliaio di dollari alla compagnia, forse di più. Tuttavia per un gestore di fondi che detiene una parte considerevole delle principali aziende mondiali, preoccuparsi del conflitto di interesse per qualche macchina dedita al mining suona, ancora una volta, come la classica polemica strumentale.

Bitcoin nel frattempo non si interessa più della commedia che lo circonda

Una commedia: passateci il giudizio duro ma di fondato, nelle polemiche della Senatrice Warren, c’è davvero poco. Con la buona notizia che Bitcoin in realtà può continuare a disinteressarsi completamente di questo, trovandosi tra le altre cose in una fase di mercato molto complicata, che condivide con i principali asset di rischio.

Possiamo così salutarci, rimandando il tutto alla prossima uscita della senatrice, che ha fatto ormai della confusione intorno a Bitcoin una delle sue cifre distintive e una delle sue battaglie campali. Insieme a quelle contro il capitalismo, contro le aziende, contro i ricchi, contro i borghesi e contro le categorie che di volta in volta diventano oggetto della furia della senatrice.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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